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venerdì 30 settembre 2011

ESPERIENZA - Poesie di Gabriella Maleti (LaRecherche.it). Segnalazione a cura di Marco Mattanti

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ora siamo nella soffitta che respira misteriosamente, / esecrati prima anche da noi, ora concetti privi di / gloria terrena, bianchi come neve nella soffitta, / soffitte di neve, e uccellini mai più sparuti.
Gabriella Maleti è nata a Marano sul Panaro (MO) nel 1942 e vive a Firenze. Fotografa è anche autrice di numerosi video. È stata redattrice della rivista “Salvo imprevisti” e lo è de “L’area di Broca”. Con Mariella Bettarini ha fondato e cura le Edizioni Gazebo. Ha pubblicato nove volumi di poesia tra i quali si ricordano: Il cerchio impopolare (1980), Madre padre (1981), Memoria (1989), Fotografia (1999), Parola e silenzio (2004), Trialogo (2006).
Come narratrice ha pubblicato: Morta famiglia (1991), Due racconti (1992), Amari asili (1995), tradotto in inglese dalla casa editrice Carcanet di Manchester nel 1999. Queneau di Queneau (2007), Sabbie (2009). Nel 2010 un suo eBook fotografico è stato presentato su LaRecherche.it, con il titolo Cosmo vegetale (www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=50). È presente su riviste e antologie di poesia e narrativa italiana.
 
 
Sito internet: www.gabriellamaleti.it

mercoledì 28 settembre 2011

Le novità di Lupo editore con Francesco Santoro, Stefano Zuccalà, Michele Baccarini





















L’aria che respiro non contiene ossigeno di Francesco Santoro 

Tra sublimazione ed abbisso, i protagonisti di questi racconti surreali ci trascinano verso il mondo dell’Ombra (quello che vogliamo ignorare) per ricordarci che ogni sussulto di desiderio, ogni ideale o sentimento – anche il più elevato – riservano un lato oscuro che solo la condivisione, a volte, rende sopportabile. L’incubo privato e l’inseguimento della pace, fino a disumanizzarsi; l’attesa infinita di chi non giungerà mai, se non per compiacersi della nostra fedeltà; l’aspirazione all’unione totale con l’amato; i colori sognati da chi è immerso nel buio; la subdola malattia che confonde la vita con un ring…fino a quando una famiglia di rondini abusivamente infilatasi in casa non indica la via di fuga. Una scrittura a tratti allegorica, la cui inquietudine è spesso mitigata da una sottile vena di humor. 

FRANCESCO SANTORO - Nato a Cisternino (Brindisi) nel 1981, l’ultimo giorno del mese di giugno. Dopo il diploma si trasferice a Roma, dove frequentata prima l’ Accademia d’arte drammatica Claretta Carotenuto, conseguendo il diploma di primo grado come regista e mettendo in scena l’opera teatrale Le serve di Jean Genet, quindi Arti e scienze dello spettacolo all’università La Sapienza. Si dedica al teatro e partecipa ad una messa in scena di Ragazzi di Vita di Pasolini nel quartiere Pigneto con la regia di Gianluca Bottoni.  Torna in Puglia per ritrovare l’energia necessaria a continuare la sua ricerca personale. Nella sua terra collabora con il teatro sperimentale Knoss di Lecce e continua a scrivere con passione pièce teatrali. Questa la sua prima raccolta di racconti.

Il conto degli avanzi di Stefano Zuccalà 

Ispirati da una sensibilità sostanzialmente fotografica – nella quale le immagini si fanno metafora dell’interiorità – questi “cammei” colgono l’essenza del vivere nei suoi momenti più nudi, in istantanee che parlano di verità scomode e di illuminazioni. La solitudine degli universi individuali, la miseria della maschera, le ambizioni frustrate, le inquietudini che emergono quando la routine si spezza, i momenti di bilancio nel bazar di una vita… tra echi di poesia e duro realismo, si fa strada l’idea che gli esseri umani siano «deserti in cerca di vicinanza», ma anche la certezza della preziosità di ogni esistenza.
“Conosco i personaggi e i pensieri di quei personaggi, il loro modo di sentirsi soli, al fondo, costretti all’angolo, quella ferocia che viene dalla costrizione all’angolo e che ti fa esplodere il cuore” Cesare Basile

STEFANO ZUCCALA’ Nasce nel 1980 e vive a Galatone (LE). Ha pubblicato “Quaderno in la minore” (Manni, 2001, introduzione di Ercole Ugo D’Andrea), “Nadir” (Il Filo, 2004), “D’amore e di altre sevizie” (Zona, 2006, con un saggio di Livio Romano) e scritto testi per Humpty Dumpty (“Pianobar dalla fossa”, 2010)

Infinitamente meno di Michele Baccarini 

Il racconto di un lunga estate in Salento, a partire da come ne è stata concepita e maturata l’idea fino alla sua conclusione. La permanenza in un Altrove tanto diverso dai luoghi conosciuti e un viaggio interiore che l’autore traduce in un ragionare su se stesso e sullo “specifico” salentino, spingendosi a riflettere, per contrasto, sul Nord di appartenenza. E la necessità di annotare, di registrare la diversa realtà, le cose viste e sperimentate – dal panorama superbo ai piccoli gesti quotidiani, dalla filosofia di vita agli accenti dialettali che la esprimono – altro non è che il segno del lavoro interiore in atto, il bisogno di fissare i momenti che, passo dopo passo, scandiscono il percorso. “Qui, qualunque aspetto della vita, nessuno escluso, è come pervaso da un pizzico di sofferenza, che non è tristezza ma il misto fra una venatura di malinconia e la consapevolezza che di facile non c’è niente. Forse perché se fai ben quattrocento chilometri arrivi a Foggia e non a Monaco di Baviera, forse perché Autostrade per l’Italia si ferma a Bari, Alitalia a Brindisi, Trenitalia a Lecce. Poi finisce tutto”. 

MICHELE BACCARINI Nasce a Carpi, pianura Padana, il 19 marzo del 1976. A trentun’anni sente il bisogno di prendersi una pausa da tutto ciò che lo circondava dal momento della nascita. Farsi adottare per due mesi dalle persone di Acquarica del Capo, profondo Salento, ha significato anche abituarsi a non avere intorno case più alte di due piani. E questo libera cielo. Non è poco. Per Lupo editore ha pubblicato anche “Donna di sole, di mare, di vento” (2007)

martedì 27 settembre 2011

WEPUB EDITORIA PER NATIVI DIGITALI












Nasce la prima casa editrice digitale a scouting diretto. Ieri, lunedì 26 settembre 2011, ha aperto ufficialmente WePub, la prima casa editrice digitale italiana a scouting diretto. L’obiettivo di WePub è creare un rapporto diretto e trasparente con autori e lettori, e costruire il proprio catalogo in maniera coerente a questa filosofia. La casa editrice inaugura quindi la sua attività con il concorso letterario WePubYou!, dedicato a opere inedite di narrativa italiana. Le opere vincitrici, pubblicate in eBook, diventeranno i primi titoli del catalogo di WePub, e saranno pubblicate a partire da gennaio 2012. Il concorso sarà aperto dal 26 settembre al 31 dicembre 2011, ma l’attività di scouting sarà sempre al centro del progetto. Voci sulla nascita di una nuova casa editrice digitale circolavano in rete già dall’estate, ma solo da martedì 20 settembre gli indizi sono diventati una certezza: alla comparsa di un countdown all’indirizzo www.wepub.it è seguita infatti la creazione del profilo Twitter @wepub_you e della pagina Facebook ufficiale, facebook.com/wepub.
I fondatori di WePub, che provengono dal mondo dell’editoria milanese, considerano il digitale una nuova, importante opportunità per gli editori, gli autori e i lettori. Scrivono nel loro Manifesto: “L’editoria è il nostro pane quotidiano. L’editoria digitale è il nostro credo. WePub è la nostra scommessa. Una realtà nuova nel panorama dell’editoria italiana: una casa editrice nativa digitale che ambisce a creare il proprio catalogo tramite scouting diretto… Il nostro obiettivo è proporre ai lettori storie di qualità a un prezzo accessibile”. Quello dell’editoria digitale in Italia è un mercato in cui si muovono attori diversi con strategie diverse. Affrontarlo con logiche differenti da quelle dell’editoria tradizionale è, per i fondatori di WePub, fondamentale. “È un mondo ancora da esplorare, ma noi crediamo che sia la strada giusta da percorrere”.

CONTATTI


E-mail: comunicazione@wepub.it
twitter.com/wepub_you
facebook.com/wepub

lunedì 26 settembre 2011

Uccio Aloisi - Il Canto della Terra (Kurumuny). Segnalazione a cura di Gianluca Pasca























Questo lavoro, che si compone di un libretto e un CD audio, vuole essere un omaggio alla memoria di Uccio Aloisi, una delle personalità più emblematiche della cultura popolare salentina. Riflessioni e ricordi di chi a vario titolo ha conosciuto e frequentato Uccio s’intrecciano e tessono il profilo umano e artistico del grande cantore, del maestro senza cattedra, “l’ultimo depositario di un alfabeto popolare fatto di tamburelli e canti d’amore, che ha messo a disposizione la sua sapienza, per accompagnarci qui, sotto il palco aperto di un Salento postmoderno” (Milena Magnani). Contadino, cavatore d’argilla, bracciante, Uccio ha già 50 anni quando la ricerca etnomusicologica si accorge di lui: è del 1978 la prima incisione di quattro brani eseguiti a Cutrofiano da Uccio Aloisi e dal suo compagno di canto Uccio Bandello: di quest’ultimo colpiva la potenza della voce, di Aloisi la straordinaria abilità nell’usarla come strumento musicale. Il CD allegato al libro è un saggio delle capacità espressive canore e poetiche di Uccio Aloisi che a giusta ragione ne hanno fatto un “albero di canto” e di cultura: la sua voce era avvolgente e rimarcava tutti i canoni della tradizione musicale salentina. Ascoltando la sua voce spiegata e aperta si poteva godere la musica scorrere per immagini. Il CD contiene 7 brani, tutti registrati dal vivo, che spaziano dalle arie tipicamente tradizionali salentine ad arie e melodie nazional-popolari e infine 3 tracce di una lunga intervista in cui Uccio si racconta e ci consegna attraverso la sua vicenda umana un affresco di storia e cultura del Salento.

Con scritti di
Luigi Chiriatti, Antonio Calsolaro, Teresa De Sio, Daniele Durante, Flavia Gervasi, Milena Magnani, Antonio Melegari, Pierfrancesco Pacoda, Ivan Stomeo, Sergio Torsello.

domenica 25 settembre 2011

Homo interneticus. Restare umani nell'era dell'ossessione digital di Lee Siegel, traduzione di Alessandra Goti e prefazione di Luca De Biase (Piano B). Intervento di Nunzio Festa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Viaggiando oltre Internet. Ovvero come si cerca di supererare la miriade di luoghi comuni e poi di loghi comunissimi che per i viaggi di e da internet si fanno. Pubblicato per la prima volta negli Usa presso Spiegele & Grau nel 2008, col titolo aggressivo “Against the Machine. Being Human in the Age of Electronic Mob”, il libro solamente quest'anno tradotto in Italia, grazie al lavoro di Alessandra Goti e all'idea della redazione della giovane e già notevole Piano B di Prato, che potremmo nominare simbolicamente nell'ex castelvecchiano Alex Pietrogiacomi, “Homo interneticus”, sottotitolato emblematicamente “Restare umani nell'era dell'ossessioe digitale, è scritto dal famoso saggista e critico statunitense Lee Siegel (classe '57): scrive su The New York Times, Harper's, The New Yorker ecc. e nel 2002 ha vinto il National Magazine Awards per la critica, appunto. Con la verve dei più grandi polemisti, dove persino quando cita Marx e “smonta” Lenin risulta credibile al mille per cento, Siegel non deve essere letto come saggista 'contro' Internet, ma finalmente intellettuale, molto preparato si capisce, capacissimo d'andare più in fondo del livello di banale che deve esser superato da chi volesse ragionare davvero su effetti positivi e negativi di internet. La scrittura davvero incalzante del giornalista Lee Siegel c'accompagna, finalemente, in una critica, più quindi che una visualizzazione, della dimensione on-line. Che lo spazio telematico, per Siegel, dobbiamo riconoscero almeno per quello che è: nonostante, e per comodità, voglia viverci parecchio dentro: che siamo in un mondo, insomma, apparentemente libero e democratico ma essenzialmente controllato dalla dimensione comerciale della vita, dell'esistenza divenuta possibilmente esposizione continua e costante nelle fittizia vetrina dove c'è la possibilità di fare soldi pur non essendo preparati in nulla. Proprio il saggista che mette, ed era ora, in discussione qualcosa, però arrivando alle basi del mezzo tecnologico, l'ultima innovazione realmente di massa. Spappolando testi saggistici ed esempi concreti, lo scrittore – utilizzando un linguaggio che è 'vincente' – cerca i vasi capillari d'internet. E li trova. Magari facendo storcere il naso a chi non accetta dubbi al pensiero forte e comune. Quando poi Siegel parla dei prosumer, non è più possibile dargli torto. Come è difficile non essere d'accordo con la lettura del fenomeno Bobo. L'edizione italiana del saggio, tra l'altro, è accopagnato dalla mirabile prefazione firmata De Biase. Che fa da plusvalore. Mentre il passaggio più illuminante per comprendere il passaggio “dalla cultura di massa alla cultura della popolarità”, lo troviamo lì dove Lee Siegel riprende (e qui pensiamo cadano le accuse d'operazione proposta da una sua ripicca personale) le vicende d'un incontro sentimentale avvenuto in una community virtuale degli Usa e risoltasi non solo con la rottura della coppia, ma bensì con l'ingaggio del partner maschile della sceneggiata a moderare i commenti d'un giornale statunitense quale premio per la bravura a gestire in pubblico le sue situazioni private persino facendole diventare territorio di discussione pubblica. Forse certi punti del testo appariranno banali, ma le argomentazioni sono fortissime e sostengono abilmente l'obiettivo che l'autore s'era fissato: graffiare l'intoccabile Internet che tutti mangiano e dal quale ci facciamo mangiare. Al tempo del consumo portato a normalità delle vite tutte.

venerdì 23 settembre 2011

Nuraghe beach. La Sardegna che non visiterete mai di Flavio Soriga (Laterza). Intervento di Nunzio Festa





















Non solo nuraghe. L'insolita guida di Flavio Soriga, scrittore sardo che ormai possimao dire si fa apprezzare in Continente, non è una guida galattica per autostoppisti e neppure un manuale del perfetto turista fai da te. “Nuraghe beach. La Sardegna che non visiterete mai”, è una scanzonata descrizione dell'indescrivibile. Trentottenne, ora barista e libraio, anzi più esattamente libraio-barista, Nicola, il protagonista del viaggio di Soriga, un po' Soriga e un po' il sardo per antonomasia ma persino il sardo sui generis, socio della libreria Giufà, è protagonista a metà: nel senso che è centro della narrazione solamente, facciamo per dire, nella lunghissima Premessa pensata e scritta o riscritta per essere il vero libro. Nel senso che è il resto, potremmo sintetizzare ma ricorrendo alla più elementare semplicificazione che ci sia, a fare da contorno: nonostante solo con l'inizo di Nuraghe beach Soriga dice di cominciare realmente il suo scritto. Ma, sappiamo, la brillante e sempre imprevedibile collana Contromano stupisce in continuazione. E di nuovo ora. Allora, il racconto del suo ritorno al paese alle porte di Cagliari - un villaggio di contadini, a zero metri sul livello del mare – diviene: “il pretesto per narrare le mille sfaccettature che caratterizzano la sua regione”. Essenza della romanzata guida. Tra Cagliari e l'immenso resto della nazione sarda. Una dichiarazione d'amore, scritta a più voci, che precede, quindi, un breve scritto della madre dell'autore, Raffaella Pani, sulla Sardegna che non esiste più. Come, tra le altre cose, alcune testimonianze d'amici dello scrittore, che ricordano pure loro, ricordando “l'epopea del Cagliari calcio”. Dove la chiusura è fatta, perfino, da un testo per musica reggae campidanese. Che il campidano e immenso, e imperdibile. Sempre, ovviamente, considerando la certezza che i sardi non vogliono più essere, o almeno molto inferiormente al passato, carne da cannone, cantando il principio che potrebbe migliorare tutte e tutti: “nostra patria è il mondo intero”. Quest'opera è davvero giusta per i turisti della Sardegna. Com per gli studenti che dalla Sardegna si trovano a Roma ecc. Quelli che lavorano a Bologna. I dipendenti degli alberghi della valtellina, sardi pure loro. Insomma per abitanti della Sardegna, migranti dalla sardegna e viaggiatori in genere, ma in fondo per ciascuno che non la smette di provare a conoscere. E l'occasione è più che buona per salutare il fratello Bruno Bellomonte, di nuovo e ingiustamente incarcerato dallo Stato Italiano. Per la sua liberazione.

mercoledì 21 settembre 2011

Il caso Vittorio (nuova edizione) di Francesco Pacifico (Minimum Fax). Segnalazione a cura di Stefano Donno





















Il caso Vittorio è il brillante romanzo di formazione con cui minimum fax ha lanciato Francesco Pacifico, una delle voci più interessanti della nuova scena letteraria italiana. La vicenda del giovane e camaleontico Vittorio, che attraversa gli scenari di un decennio di storia italiana oscillando fra l’amore della disinibita Claudia e quello della repressa Marta, fra l’edonismo altoborghese e il cattolicesimo più dogmatico, ha fatto scoprire ai lettori la penna ironica e raffinata di un geniale indagatore della società contemporanea.  Chi è Vittorio, l’inafferrabile protagonista di un romanzo che inizia ai tempi del primo governo Berlusconi e si conclude nell’atmosfera irreale del post-11 settembre? Frequenta i centri sociali? È uno studente modello? Un fan dei Pearl Jam? Un edonista in vacanza a Sharm el Sheik? Un cattolico integralista? E soprattutto: è innamorato della bella e disinibita Claudia o di Marta, chiusa, impacciata e rosa dalla frustrazione? Vittorio riesce a essere tutte queste cose insieme, attraversando adolescenza e giovinezza all’insegna di un camaleontismo luciferino e superando, praticamente indenne, il periodo del grunge e quello del pop patinato, la vittoria elettorale della sinistra e il ritorno di Berlusconi, il Giubileo del 2000 e il momento d’oro della bolla speculativa, il crollo del Nasdaq e quello delle due torri. Come molti, tra i suoi referenti più anziani (la storia recente del nostro Paese ne è piena) ha un talento formidabile per il trasformismo. Ma a differenza di loro questa vocazione al trasformismo non nasce dal bisogno di rimanere a galla: è diventata una sorta di elemento genetico e quindi più profondo, inespugnabile, insondabile agli altri e a se stessi.


“Il sole freddo tagliava la strada da una via parallela, la gente si affacciava al balcone e da sotto si sentiva cantare: «Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu...», e Marta pensava: siamo tanti, siamo belli, e si commuoveva. Claudia invece cantava Guccini a squarciagola, faceva la erre moscia e abbracciava qualcuno. Cantava La locomotiva, L’avvelenata, Auschwitz, ma anche canzoni che non avevano direttamente a che vedere con la politica, tipo Culodritto, Canzone di notte n. 3, La Genesi (nella quale faceva alla perfezione anche le parti parlate), e perfino Keaton, la storia del pianista con la cirrosi epatica, che faceva pensare a Kerouac. E urlando e cantando cercava di alleviare la tristezza di aver perso Gianluca dopo solo tre mesi da che lui aveva cominciato nel nuovo liceo del centro – Claudia che gli rispondeva al telefono mormorando funebre: «Ti prego, non chiamare, quando chiami sento una fitta alle gambe e soffro». Infatti era vero, non riusciva più a sopportarlo, anche se gli voleva «un bene dell’anima». Bisogna andare avanti, gli diceva, ed era dalla metà di ottobre che si erano lasciati ufficialmente e stavano nella fase amanti, nella quale facevano l’amore due volte a settimana a casa di lei, nella cantina ammobiliata al piano interrato. Lui aveva le chiavi del portone e della cantina; i genitori di Claudia non ci tenevano niente se non qualche bottiglia di vino, due biciclette e poche cianfrusaglie: il grosso degli attrezzi da botanica o delle chiavi inglesi se li era portati via il padre tre anni prima. Vito, il compagno della madre, i suoi attrezzi li teneva a casa sua, a Collina Fleming, e mamma possedeva solo libri e giornali che non voleva tenere in un posto umido. Gianluca veniva quando voleva, con la sua copia delle chiavi; in un armadietto con la serratura tenevano il sacco a pelo, due stuoini di gommapiuma, due cuscini e i preservativi. Gianluca spegneva il motore del motorino proprio sopra alla presa d’aria della cantina, così Claudia poteva sentirlo arrivare: si alzava dalla poltrona, chiudeva il libretto Millelire – De Sade, Neruda, Voltaire, o le raccolte Stampa Alternativa di quegli aforismi che la gente scrive sui cessi e sulle schede elettorali – apriva il mobiletto, srotolava gli stuoini, stendeva il sacco a pelo e inghiottiva la saliva. Prendeva un sorso di Coca-Cola e si guardava le unghie mangiate. Gianluca infilava la chiave nella toppa, Claudia metteva un disco e la passione li travolgeva, una passione che durava poco ma bruciava bene.”

lunedì 19 settembre 2011

Giovanna De Angelis da Fanucci. Segnalazione a cura di Marco Mattanti












Il gruppo editoriale Fanucci, dopo essersi confermato il secondo editore a Roma, è orgoglioso di annunciare che dal 19 settembre 2011 Giovanna De Angelis assumerà il ruolo di editor con particolare attenzione a un nuovo marchio dedicato al thriller e al noir, che verrà lanciato a partire dal prossimo gennaio 2012. Giovanna De Angelis vanta una esperienza decennale in case editrici come Einaudi Stile Libero e Fazi Editore. Questo suo arrivo consolida il reparto editoriale e ci proietta in una nuova avventura, dopo la nascita dello scorso anno del marchio di successo Leggereditore. Giovanna sarà presente a Francoforte.

sabato 17 settembre 2011

“L'eclissi - Dialogo precario sulla crisi della civiltà capitalistica” (Manni). Segnalazione a cura di Stefano Donno












Bifo e Formenti affrontano il tema dell’evoluzione tecnologica ai tempi del Web 2.0 mettendone in luce le implicazioni economiche, politiche, sociali. Dalla galassia Facebook, che ha reso la dimensione relazionale così veloce e vasta da farla divenire paradossalmente impossibile, al fenomeno WikiLeaks, che ha squarciato il velo di Maya della net-neutrality, fino alla discussione su democrazia e Internet, e alla questione della governance economica globale nell’attuale fase post-neoliberista, sono molteplici gli scenari che si aprono in queste pagine. Se la democrazia è una forma di organizzazione politica corrotta e storicamente conclusa, esiste una nuova filosofia capace di includere cultura digitale, movimenti di base e attivismo studentesco. Se il potere dominante è incapace di trovare strumenti di crescita per le classi e le zone povere del pianeta, c’è bisogno di una “ricomposizione” del tessuto politico di base, di nuove forme di antagonismo culturale, di nuovi modelli di sviluppo. In un contesto nazionale e mondiale sconfortante, di totale eclissi, c’è da chiedersi se sia possibile una ricostruzione. Altrimenti, bisognerà inventarsi un altro cielo.

FRANCO BERARDI BIFO, leader del movimento del 77 a Bologna, tra i fondatori di Radio Alice, sin dalla fine degli anni Ottanta si è occupato di Web e nuove tecnologie. Insegna Elementi di storia della comunicazione sociale all’Accademia di Brera. Ha pubblicato libri sulla cybercultura, in Italia, in Francia, in Inghilterra, negli USA.

CARLO FORMENTI insegna Teoria e tecnica dei nuovi media presso l’Uiversità del Salento. Scrive sul “Corriere della Sera” ed è membro del comitato storico di “Alfabeta2”. È autore di numerosi saggi sul rapporto tra le nuove tecnologie e le trasformazioni sociali. Tra gli ultimi, Cybersoviet (Raffaello Cortina 2008), Se questa è democrazia (Manni 2009) e Felici e sfruttati (Egea 2011).

venerdì 16 settembre 2011

“Non fare la cosa giusta”: così l'uomo egoista dei nostri giorni distrugge se stesso e chi lo circonda di Roberto Martalò












Con la pubblicazione di “Non fare la cosa giusta”, ultimo lavoro di Alessandro Berselli, autore sempre più proiettato verso il noir, Perdisapop dimostra ancora una volta la propria volontà di puntare su autori che hanno voglia di esplorare e sperimentare nuove forme letterarie. Claudio Roveri, protagonista del libro, è il tipico uomo medio-borghese di città: incastrato dal proprio senso del dovere nei confronti di alcune regole sociali, è un uomo che reprime le proprie pulsioni per viltà e non per convinzione. Assolutamente attratto dall'apparire a discapito dell'essere (amante dei vestiti griffati, delle belle auto), dissimula la propria infelicità partecipando ad aperitivi alcolici e parlando di vacuità. Sposato con una moglie con la quale è diventato estraneo, padre di una figlia che ama ma con la quale non dialoga, sfoga il proprio disagio e la propria insoddisfazione odiando tutti: dagli extracomunitari ai compagni di scuola di sua figlia, dai giovani universitari ai colleghi di lavoro. La vita di Claudio subisce rapidamente due scossoni: il primo in seguito all'incontro con Luca, psichiatra edonista che lo convince a lasciarsi andare, a fare quello che sente senza pensare alle conseguenze sociali del proprio agire. Così Claudio si lancia in un vortice di azioni irresponsabili che sembrano riempire il suo vuoto esistenziale: sarà proprio in una di queste occasioni che la sua vita subirà il secondo scossone e cambierà definitivamente. Lanciatosi in un'avventura extraconiugale con la bella e benestante dottoressa Ricci, Claudio non risponderà alla telefonata più importante della sua vita: sua figlia Erica è in pericolo di vita e cerca disperatamente un aiuto che lui, preso troppo da se stesso, non potrà concederle. Niente sarà più come prima. Ambientato in una Bologna “vera”, il romanzo punta la luce sull'uomo moderno, sul suo egoismo, sull'incapacità di comunicare e sulla paura dell'altro come riflesso della paura di se stessi. Claudio Roveri incarna perfettamente l'uomo mediocre dei nostri anni e nella sua descrizione, nello svelamento di certi meccanismi psicologici, l'autore è magistrale. Interessante infine la scelta narrativa: lo scrittore sembra prediligere la forma della lettera-confessione che Claudio manda a Erica. Una lettera-confessione che in realtà è più un monologo con se stesso e che crea molto coinvolgimento con il lettore che si identifica come destinatario di questo flusso di pensieri. Scrittore oramai maturo, Berselli dimostra tutte le proprie qualità stilistiche passando da esordi umoristici a generi più tetri con una disinvoltura tipica di chi conosce bene la lingua e l'animo umano.

Non fare la cosa giusta di Alessandro Berselli

Perdisapop, 234 pag, 15€

mercoledì 14 settembre 2011

Antartide, di Laura Pugno (Minimum Fax). Intervento di Nunzio Festa




















Matteo freddo come il ghiaccio. Più volte, fra le pagine del magistrale romanzo “Antartide” della poetessa e scrittrice Laura Pugno, i personaggi vengono fotografati in momenti di decadimento fisico e mentale, o più esattamente quando divengono esausti per sforzi fisici e psicologici. Ma, nello stesso numero di volte e foto, scopriamo che ogni persona che viaggia nella narrazione di Pugno è dotata, ormai, d'una lucidità che supera il calcolo logico. Matteo su tutti. Freddo come i ghiacciai dell'Antartide - visitato per lavoro e frequentato quasi per contrappasso o addirittura causa della separazione con sua moglie Sonia - , il protagonista del nuovo e magistrale (abbiamo già detto), sia per scrittura che per cadenza e perfezione 'strategica' del dialogo, romanzo di Laura Pugno è abituato ormai a stare da solo. Dopo la dipartita dei genitori, e dopo la scomparsa, senza morte, ma in un certo senso molto similmente all'estremo passaggio, d'ex moglie, quindi, e figlioletta. L'inizio della storia, d'altronde, ci lascia immaginare se e come Matteo abbia persino tentato il suicidio. Senza dirci la verità, su questo aspetto. Il rientro a Roma, però, non è solamente il mitico rientro dopo questa specie di tentativo di suicidio. Ma più esattamente un rientro nella totale normalità. Dove, insomma, non è possibile non fare i conti, e tutti quanti, con l'ultimissima perdita. Che, poi, la morte del padre di Matteo arriva insieme a quella apostrofata d'altri amici, coetanei, tanto da far pensare al crollo d'una generazione. Eppure non tutto è così semplice. Che, ovviamente, il romanzo offre dei veri e propri colpi di scena. A cominciare, per dire, proprio dagli ultimi gesti di queste persone che andavano verso il fine-vita – che di fine-vita si tratta. Perché i soggetti finiti hanno un destino comune. E nel loro destino, una stessa metà, che non è unicamente la signora Morte: la Casa di Miriam. Una struttura alberghiera spuntata tra Italia e Francia che per giunta mette di nuovo in relazione Matteo e Sonia. Senza, va spiegato, che si tratti d'un ritorno all'incontro. Dietro le finestre della Casa di Miriam, si scopre, accadono altre situazioni e circostanze più che anomale. Oltre che inattese, per lettrici e lettori. Come per Matteo e l'ex Sonia. Risparmiamo, nel nostro spazio, il tuffo nei segreti. Non esimendo, comunque, commenti ultimi sulla forza propulsiva dell'opera di Laura Pugno. La storia cresce, piano piano. In quanto con forza delicata deve andare a prendersi alcuni dei tempi più difficili della storia umana. Morte e malattia. Rapporto genitore/genitrice – figlia/figlio. E infine l'autonomia di giudizio appuntata alla volontà individuale di decidere indipendentemente da tutto e tutti. Antartide è uno del libri che dalle date del 2011 non si potrà cancellare. Le descrizioni di Laura Pugno, che usa una penna svelta e snella, salgono nella mente delle donne e degli uomini del libro, per salire nel dibattito vitale che mai dovremmo tralasciare.

martedì 13 settembre 2011

Francesco Falconi videointervista Cassandra Clare

Francesco Falconi, scrittore, in esclusiva per Urban-Fantasy.it videointervista Cassandra Clare durante il tour promozionale di Shadowhunters.

13 giugno 2011, Roma, libreria Bibli
Videointervista a Cassandra Clare

lunedì 12 settembre 2011

Chiarelettere: " Il golpe inglese" di M. J. Cereghino e G. Fasanella



Gli autori Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella presentano "Il golpe inglese". Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e dell'Italia

domenica 11 settembre 2011

Grande successo per Besa e Maria Pia Romano in Svizzera. Intervento di Gianluca Pasca










Si è concluso da poco il festival della Formazione Continua a Mendrisio nel Canton Ticino in Svizzera, un appuntamento di grande spessore culturale patrocinato dall’Unesco e da Puglia Swiss. A parte la partecipazione della pugliese Sabrina Merolla, originaria di Gravina, ambasciatrice della cultura, dell’arte, e dell’economia pugliese in terra elvetica, mi preme essendo salentino, di parlare di un’altra protagonista (di cui in verità mi sono occupato in altre sedi) del festival in Svizzera. Parlo di Maria Pia Romano che ancora una volta porta il Salento oltre confine, grazie al suo bellissimo lavoro “L’Anello inutile” edito da Besa editrice. E ad onor del vero non è solo l’autrice ad essere stata protagonista dell’evento in questione, ma anche la stessa Besa editrice, neretina, che da tempo porta avanti un grande discorso di qualità e attenzione di cui bisogna essere orgogliosi. Il libro della Romano, è sicuramente frutto di un grande interesse che sta alimentando l’attenzione e alcune risorse verso un territorio che da Edoardo Winspeare, sino a Dolce Nera, e ai Negroamaro, sino al giornalista Pier Francesco Pacoda che con Kowalski pubblica “Salento amore mio!”, solo per fare qualche esempio, ha moltissimo da comunicare (e non è un caso che il periodico Il Mondo, attualmente in edicola dedichi un “dossier Puglia” di più di venti pagine). Intanto oltre ai miei auguri a questa talentuosa autrice, non mi resta che consigliare un libro che parla di me e di tutti i miei “co/inquilini” della terra del rimorso!

sabato 10 settembre 2011

Il tribunale delle anime di Donato Carrisi (Longanesi)



Il grande ritorno dell'autore del Suggeritore, il thriller italiano più venduto nel mondo.

"Questa è la storia di un segreto invisibile eppure sotto gli occhi di tutti. Questa è la storia di un male antico ed eterno e di chi lotta per contrastarlo. Questa è una storia basata su fatti 'veri', ispirata a eventi 'reali': la sfida non è crederci ma accettarlo."

Scopri il nuovo romanzo di Donato Carrisi in anteprima sul sito web http://www.donatocarrisi.it

venerdì 9 settembre 2011

I VOSTRI 10 PERSONAGGI DAI LIBRI PREFERITI. ECCO I RISULTATI. Intervento di Stefano Donno




















Il regolamento prevedeva due tre passaggi piuttosto semplici: i primi 10 commenti (liste) con 10 “mi piace” (su facebook ovviamente) venivano premiati con un LIBRO INCENTIVO offerto dalle Case Editrici che hanno giocato con 10 righe dai LIBRI : Arcana Edizioni, Armando Editore, Castelvecchi, Cavallo di Ferro, Chiarelettere, Edizioni Angolo Manzoni, Elliot, Fazi, Giunti, Marsilio, Newton, Orme, Ponte alle Grazie, Salani. Altri 3 vincitori venivano poi scelti a sorpresa dallo staff 10 righe dai LIBRI.. Si poteva partecipare con un massimo di 10 liste e poi con quelle prime 10 liste vincitrici veniv creato un sondaggio per la lista top 10 assoluta. Questo era il regolamento del game “I vostri 10 personaggi dai libri preferiti”. Non poteva essere che 10 righe dai LIBRI ad organizzare il tutto, nugolo “terribile” di professionisti e amanti del libro e della cultura. Consiglio di andarli trovare sul loro sito (http://www.10righedailibri.it/) ricchissimo di tante iniziative interessanti e dove si legge a caratteri ben in evidenza: “10 righe dai libri divulga la lettura e la scrittura con tante sorprese dagli editori che hanno aderito ai giochi!”. E forse la filosofia che anima gli “agitatori” di queste iniziative è più che giusta … recuperare l’aspetto ludico sia del produrre cultura, che agirla, diffonderla e farla amare! Già perché è facile dire che in Italia si legge poco, i lettori forti sono sempre pochissimi, i libri non si vendono … Guardate i risultati di questo gioco … rimarrete a bocca aperta!

I LETTORI VINCITORI
Claudia Garage, Sweets Dreems, Valentina Salza , Emy Mercuri, Angie Reina Padilla , Fata Jana
Laura Castaldo, Cristina Romito, Eva Luna, Francesca Schivazappa

100 personaggi vincitori del gioco (ordine alfabetico)
Albert Einstein, Storie di normale dislessia, R. Grenci, D. Zanoni, 2011)
Alexander Barrington (Il cavaliere d'inverno, Paulina Simmons, 2003);
Alice (Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carrol, 1865);
Amir (Il cacciatore di aquiloni, Khaled Hosseini, 2003);
Andrea De Giacomi (Il punto sublime, Marcello Pozzato, 2011)
Anita Blake (Il ballo della morte, Laurell K. Hamilton, 2005);
Anne Elliot (Persuasione, Jane Austen, 1818);
Aragorn (Saga Il signore degli anelli, Tolkien, 1955).
Arthur Gordon Pym (Storia di Arthur Gordon Pym, Edgar Allan Poe, 1838);
Aslan (Le cronache di Narnia, C.S. Lewis, 2005);
Athos (I tre moschettieri, Alexandre Dumas, 2004);
Aurelio Cabrè di Rosacroce (Il cuore dei briganti, Flavio Soriga, 2010);
Barney Panofsky (La versione di Barney, Mordecai Richler, 1997);
Benjamin Malaussène (Ciclo di Malaussène, Daniel Pennac, 1985/1999).
Benjamin Malaussene (Il Paradiso degli Orchi, Daniel Pennac, 1985);
Capitan Uncino (Peter Pan, James Barrie, 1904);
Capitano Bellodi (Il giorno della civetta, L. Sciascia,1961).
Capitano Reitani (100000 gavette di ghiaccio, Giulio Bedeschi,1963);
Catherine Earnshaw (Cime tempestose, Emily Bronte, 1999);
Chiara (Volevo essere una gatta morta, C. Moscardelli, 2011)
Claudine (Claudine a scuola, Colette, 1900);
Commissario Maigret (Georges Simenon, 1929);
Connavar (Spada nella Tempesta, David Gemmell, 2006);
Cyrano de Bergerac (Cyrano de Bergerac, Edmond Rostand, 1897);
Darcy (Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen,1813);
Desdemona (Otello, Shakespeare, 1995);
Dobby (Saga di Harry Potter, J. K. Rowling, 1997/2007 );
Don Chisciotte (Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes, 1605);
Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde, 1891);
Dottor Watson (Il Mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle, 1902);
Earl Copen (Animal factory, Edward Bunker, 1977);
Ebeneezer Scrooge (Canto di Natale, C. Dickens, 1843);
Elizabeth Bennet (Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen, 1813);
Elizabeth Gilbert (Mangia prega ama, Elizabeth Gilbert, 2010);
Generale Henrik (Le braci, Sandor Marai, 2006);
Giulia (Cuore nero, Amabile Giusti, 2011)
Gojko (Venuto al mondo, Margaret Mazzantini, 2008);
Guglielmo da Baskerville (Il nome della rosa, Umberto Eco, 1980);
Heathcliff (Cime Tempestose, Emily Bronte, 1847);
Helen Boyle (Ninna Nanna, Chuck Palahniuk, 2002);
Hercule Poirot (Agatha Christie, 2004);
Hermione Gernger (Saga di Harry Potter, J. K. Rowling, 1997/2007);
Huckleberry Finn (Le avventure di Huckleberry Finn, Mark Twain, 1884);
Il piccolo principe (Il piccolo principe) Antoine de Saint-Exupéry (1949)
Ismaele (Moby Dick, Melville, 1851);
Jacob (New Moon, Stephanie Meyer, 2007);
James Fraser (Outlander, Diana Gabaldon, 2004);
Jane Eyre (Jane Eyre, Charlotte Bronte, 1847);
Jean Cloude (Nodo di sangue, Laurell K. Hamilton, 2003);
Jean Marc De Ponthieu (Hyperversum, Cecilia Randall, 2006);
Jean Valjean (I miserabili, V. Hugo, 1862);
Jim (Jules e Jim, Henri-Pierre Roché, 1994);
Jocelin (Kushiel Saga, Jacqueline Carey, 2001);
Josef K (Il processo, Franz Kafka, 1925);
Josef Mengele (I Ragazzi Venuti dal Brasile, Ira Levin, 1976);
Kyle Kingsbury (Beastly, Alex Flinn, 2010)
La Guerrera (Fuego, Marilù Oliva, 2011)
La principessa di Cleves (La principessa di Cleves, Madame de La Fayette, 1988);
Leonard Pine (Una Stagione Selvaggia, Joe R. Lansdale, 1990);
Lisbeth Salander (Millennium Trilogy, Stieg Larsson, 2005);
Lloyd Hopkins (Le Strade dell'Innocenza, James Ellroy, 1984);
Lo spaventapasseri (Il mago di Oz, L. Frank Baum, 1900);
Lucius (Promessi vampiri, Beth Fantaskey 2010).
Malveria (Ragazze lupo, Martin Millar, 2008).
Marcel (Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Proust, 1913);
Margherita (Margherita Dolcevita, Stefano Benni, 2005);
Maria (Storia di una capinera, Giovanni Verga, 2008);
Marley (Io & Marley, di John Grogan, 2009);
Marvin, il robot depresso (Guida galattica per autostoppisti, Douaglas Adams, 1979).
Momo (Momo, Michael Ende, 1984);
Monsieur Ozu (L'eleganza del riccio, Muriel Barbery, 2007);
Montalbano (Montalbano, Camilleri, 2009);
Morgana (Le nebbie di Avalon, Marion Zimmer Bradley, 1979);
Mr. Darcy (Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen, 1813);
Mr. Knightley (Emma, Jane Austen, 1815);
Mr. Rochester (Jane Eyre, Charlotte Bronte, 1847);
Nikolaj (I demoni, F. M. Dostoevskij, 2006)
Noah (Le pagine della nostra vita, Nicholas Sparks, 1998);
Paolo e Francesca (La Divina Commedia, V Canto di Dante Alighieri, 1321);
Pel di carota (Pel di carota, Jules Renard,1894);
Phedre no Delaunay (Il dardo e la Rosa, Jacqueline carey, 2007);
Pierre Bezukov (Guerra e Pace, L. Tolstoj, 2003);
Pinocchio (Pinocchio, Carlo Collodi, 2010);
Pippi Calzelunghe (Pippi Calzelunghe, Astrid Lindgren, 1945);
Primo Levi (Se questo è un uomo, Primo Levi, 1947);
Principe Anatolij Vassilievič Kuragin (Guerra e Pace, Lev Tolstoj, 1869);
Quintilio e Moscardo (La collina dei conigli, Richard Adams, 1972;
Renzo Tramaglino e Lucia Mondella (I promessi sposi di A. Manzoni, 1840-1841 nella II versione);
Rudy Baylor ( L'uomo della pioggia, John Grisham, 1997);
Severus Piton (Harry Potter, J.R Rowling, 1997);
Simone Sole (Marianna Sirca, Deledda, 1916);
Tatiana Metanov; (Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons, 2003);
Tereza (L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera, 1998);
Useppe (La storia, Elsa Morante, 1995);
Van Helsing (Dracula, Bram Stoker, 1897)
Vianne Rocher (Chocolat, Joanne Harris, 1999);
Vladek Spiegelman (Maus, Art Spiegelman, 1973-1991);
Winston Smith (1984, George Orwell, 1949);
Zacknafein Do'Urden (Il dilemma di Drizzt, R.A. Salvatore, 2001);
Zsadist (Lover Awakened. Un amore impossibile, J.R. Ward, 2009);

CLASSIFICA 10 PERSONAGGI PREFERITI
1) Montalbano (Montalbano, Camilleri, 2009);
2) Don Chisciotte (Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes, 1605);
3) Primo Levi (Se questo è un uomo, Primo Levi, 1947);
4) Albert Einstein, Storie di normale dislessia, R. Grenci, D. Zanoni, 2011)
5) Chiara (Volevo essere una gatta morta, C. Moscardelli, 2011)
6) Guglielmo da Baskerville (Il nome della rosa, Umberto Eco, 1980);
7) Cyrano de Bergerac (Cyrano de Bergerac, Edmond Rostand, 1897);
8) Alice (Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carrol, 1865);
9) Paolo e Francesca (La Divina Commedia, V Canto di Dante Alighieri, 1321);
10) Tereza (L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera, 1998);

giovedì 8 settembre 2011

Gianluca Pasca segnala New Page l'iniziativa editoriale di Francesco Saverio Dodaro







New Page, è un movimento letterario fondato da Francesco Saverio Dòdaro sul finire del 2009 in Italia. Narrativa di cento parole. Romanzi, brevi, brevissimi, di cento parole, in store, da esporre nelle vetrine dei negozi, su crowner, pannelli cartonati molto in uso nella comunicazione pubblicitaria. E poi. Ancora. Apre alla poesia, al teatro. Poesia in store, nelle vetrine. Poesia di poche parole in store, in store. Nelle vetrine. Teatro in store. Teatro di cento parole. Nella piazza comunicazionale del terzo millennio. In ultimo, la sezione scavi del movimento. Per indagare, scandagliare, le vie del linguaggio, in store, ma senza il limite delle cento parole. «I romanzi, la poiesi in genere, intercettano l’ora, il contesto, l’ampio know-how, ed escono dalle gabbie speculative – commerciali e di potere – per diffondersi tra i frammenti, le desolazioni, le mancanze, gli smembramenti, le solitudini. L’amore. Cento parole. Ritorna, in altra veste, il cantastorie. Il cantastorie del terzo millennio.» (Francesco Saverio Dòdaro, 2010-03-18)

Al movimento hanno sin qui aderito autori italiani ed internazionali:

Dall’Italia: Francesco Saverio Dòdaro, Teresa Maria Lutri, Elisabetta Liguori, Francesco Aprile, Mauro Marino, Antonio Palumbo, Rossano Astremo, Elio Coriano, Serena Stìfani, Giuseppe Cristaldi, Vito Antonio Conte, Stefano Donno, Giuliano Ingrosso, Lea Barletti, Francesco Pasca, Marianna Massa, Erika Sorrenti, Alessandra De Luca, Ennio Ciotta, Dino Levante.

Dalla Spagna: Bartolomè Ferrando, Patricia Aguilera Arroyo.

Da Malta: Victor Jacono.

Dal Canada: Elvira Cordileone.

Dalla Siria: Ayham Agha.

Dall’Egitto: Ahmed Hamed Ahmed.

Dalla Francia: Vanessa Bile-Audouard.


IL BLOG


mercoledì 7 settembre 2011

Dentro La Lanterna di Matteo Maria Orlando (Terre Sommerse). Intervento di Manuel De Carli













La contemporaneità è l’essenza esoterica del poetare. Il poeta, in quanto contemporaneo, tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, cogliendo, al di là degli accecanti bagliori del secolo, un’entità umbratile, un buio speciale, un’intima oscurità. Orlando scorge l’ombra dell’impercettibile e, a partire dalle sue rivelazioni, intraprende un itinerario di ricerca poetica nella dimensione metafisica dell’insondabile, illuminato, come il cinico Diogene, dalla fiamma inesausta della lanterna spirituale. Nell’atto dello scrivere il poeta si fa viator. Il mondo è per lui uno specchio ove il vero si rifrange in simboli, e la speculatio, la lettura di questo specchio, rappresenta appieno lo stato e l’identità del viator. Orlando scatena il verso delle sue riflessioni secondo un duplice ordine di conoscenza: dall’inferiore nella realtà al superiore, da ciò ch’è esterno a ciò ch’è interno all’uomo. Anche nella più disincantata considerazione della realtà sociale (prima stanza) il poeta fa emergere, dall’insieme disparato del percepibile, le contraddizioni insolubili della storia che conducono, fatali, alla dissolvenza dell’io. Sembra perciò aprirsi una lacerante divisione del soggetto, drastica nella sua nettezza e tale da dilaniare ogni unità dell’esistente. Il poeta-viator fugge così l’ormai rovinoso mondo degli uomini, nella ricerca di una realtà fisico-intellettuale dove gli elementi possano porsi in contiguità nello stesso spazio, unirsi facilmente nell’animo indiviso dell’individuo. Il Mezzogiorno estremo, così come si dà nelle narrazioni archetipiche di Bodini e Bonaviri, stelle polari nel lungo cammino di Orlando, è la terra in cui lo spazio si libera dalla dipendenza indissolubile del continuum temporale (seconda stanza). Spogliato del divenire, il Sud è eterno. Ma nella celebrazione sacrale dell’universo meridiano il poeta tradisce un anelito ineludibile di quiete e di equilibrio, fenomeni di un ritorno al primigenio. E’ così che il sentimento di cosmicità si estende e si concreta in senso personale come amore vivente, movimento senza scopo, in cui avendolo raggiunto, il poeta possa perdersi. Esso non è desiderio, ma un volgersi senza termine e inesauribile all’amato, un protendersi all'altro. I moti di Afrodite (terza stanza) sono moti infiniti, quindi senza misura, fine e confine. Ma la spontaneità interiore che si dà negli atti dell’amore, del sentimento e della volontà, determina l’essenza di un’anima. Attraverso l’esperienza del riconoscimento l’anima del viator diviene sapiente di sé, cosciente del fatto di accompagnare se stessa, di poter “cullare il suo io”, affermando la sua natura di attività spontanea della comprensione (quarta stanza). Coronamento dell’universo tutto si fa il soggetto, l’animo individuale, che s’interroga come in un gioco di azioni, di interazioni in cui ciò che resta costantemente presente è l’io corporeo, la passione di esistere e di lasciare traccia, la coscienza del corpo come coscienza di un simbolo. Nella memoria narrata del viator (quinta stanza) si congiungono così passato, presente e futuro. I suoi canti, nella temporalità integrale, esprimono quella capacità di sfuggire ai limiti dell’esperienza immediata, di proiettarsi nell’avvenire, di rompere quella traiettoria lineare del tempo per avvolgersi in una spirale esistenziale dell’eterno ritorno, nel senso che il tempo dell’essere hic et nunc necessita di ricongiungersi, spiralicamente, con il tempo dell’altrove e dell’oltre, del farsi continuo e del trasformarsi. Nell’ora del tramonto della vocazione poetica, la poesia di Orlando diviene segno e simbolo, mito e rito, accesso al fantastico e all’immaginario; in ogni caso, risposta all’eterno bisogno maieutico di un mondo oscuro e per certi versi arcano. Esigenza di verità e mistero fondano l'estetica dell’Orlando. Scrittura come catarsi, poesia come dialogo tra immagini e realtà, ricerca come comprensione e lettura degli aspetti indicibili, spesso affidati al silenzio, all’ineffabile, nel senso di non traducibile in emozione. “Experientia singularium est, ars vero universalium” (Alessandro di Hales)

Dalla Prefazione