Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri
intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i
minuti come fiammiferi nel buio? Sei in coda al supermercato in attesa
del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la
tua ragazza esca dal camerino di un negozio d'abbigliamento. Quando
all'improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo
punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato
uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono
annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi
su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato. Per farti
scoprire, ad esempio, quant'è preziosa quella manciata di giorni
d'agosto in cui tutti vanno in vacanza e tu rimani da solo in città.
Quale interesse morboso ti spinge a chiuderti a chiave nei bagni delle
case in cui non sei mai stato e curiosare su tutti i prodotti che usano.
A metà strada tra "Mi ricordo" di Perec e le implacabili leggi di
Murphy, Francesco Piccolo mette a nudo i piaceri più inconfessabili, i
tic, le debolezze con le quali tutti noi dobbiamo fare i conti. Pagina
dopo pagina, momento dopo momento, si finisce col venire travolti da
un'ondata di divertimento, intelligenza e stupore. L'autore raccoglie,
cataloga e fa sue le mille epifanie che sbocciano a ogni angolo di
strada. Perché solo riducendo a spicchi la realtà si riesce ad afferrare
per la coda il senso profondo della vita.
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