Il libro racconta il tumulto all'interno di Cosa Nostra che le donne
hanno provocato, subìto. Muovendosi fra silenzi, esplosioni di dolore e
di ira, propositi buoni o insensati, ripensamenti, vendette. Donne che
incoraggiano i loro uomini a uscire dal circuito mafioso in cui sono
cresciuti e magari hanno avuto successo. Li aiutano, gli dischiudono le
potenzialità di una vita nuova, libera, sono al loro fianco nei rifugi
all'estero o in Italia, sotto un altro nome, in luoghi continuamente
diversi che il loro stato di collaboratori di giustizia gli garantisce. E
donne che non condividono un percorso simile, si schierano
clamorosamente contro i mariti o si chiudono in casa per godere almeno
della rete di solidarietà della cosca. Le più giovani diverse da quelle
anziane. Quelle che si pentono. Quelle che piantano il marito. Quelle
che si suicidano. Quelle che tutto vedono e sanno ma non parlano né
vengono consultate dai loro uomini, e quelle che - come ha detto
Giovanni Falcone - «decise e sicure di sé, sono entrate in rotta di
collisione con il mondo chiuso, oscuro, tragico, ripiegato su se stesso e
sempre sul chi vive di Cosa Nostra» si raccontano e si alternano in
questo libro.
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