Dopo il successo mondiale di Il miniaturista e La musa,
Jessie Burton torna con un romanzo sulla potenza dei segreti e
dell’arte, sulla maternità e l’amore, avvincendo il lettore fino
all’ultima pagina tra suspense e commozione.
Londra, 1980. In un
pomeriggio d’inverno ad Hampstead Heat, Elise Morceau, che fa la
maschera a teatro e ha tutta la bellezza dei vent’anni, incontra
Constance Holden, detta Connie, e ne rimane stregata. Connie è una
scrittrice di successo, arrogante e seducente in egual misura, con un
romanzo in procinto di diventare un film a Hollywood. Le due donne si
innamorano e stringono un rapporto che velocemente scivola verso
l’ossessione e la reciproca dipendenza. Connie convince Elise a seguirla
a Los Angeles, ma, se la prima è elettrizzata dall’eccitazione di un
nuovo mondo dove tutti mentono pur di diventare una stella, l’altra vi
annaspa, esasperata dagli umori della sua compagna con cui si susseguono
rotture e riappacificazioni, e dalla falsità di quell’ambiente
competitivo e irreale. Così Elise prende una decisione impulsiva, che
cambierà la sua vita per sempre: sparisce nel nulla, senza lasciare
tracce. Trent’anni dopo, una giovane donna di nome Rose decide di
mettersi alla ricerca di sua madre, scomparsa quando era ancora una
bambina. Bussa così alla porta dell’ultima persona che l’ha incontrata,
una scrittrice ormai anziana che vive reclusa dopo essersi ritirata
dalla vita pubblica al picco della sua fama, e da cui Rose è determinata
a ottenere una confessione: Constance Holden.
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