Un romanzo di una forza visionaria fuori dal comune. Ha il cinismo
più feroce, ed è al contempo gravido di delicatezza e commozione. Ade
Zeno, tra i migliori narratori italiani della sua generazione, ha
scritto un libro spericolato e malinconico sul confine tra ciò che
conosciamo e ciò che ci spaventa.
Gonzalo fa un mestiere
insolito. Impiegato come cerimoniere presso la Società per la Cremazione
di una grande città, si occupa di organizzare e presiedere funerali
laici nella Sala del Commiato dell’antico Cimitero Monumentale. Nel
corso dei dodici anni passati al Tempio Crematorio gestisce con passione
e professionalità migliaia di riti funebri. È sposato con Gloria,
conosciuta fra i banchi universitari, e ha una figlia, l’adoratissima
Inés, che all’età di otto anni cade in uno stato di coma profondo a
causa di una misteriosa malattia. Confinato fra le mura di una stanza
d’ospedale, il destino di Inés è appeso a un filo. Tra padre e figlia si
instaura un dialogo silenzioso, fatto di presenza e di musiche
ascoltate insieme. Tra queste, le canzoni e il tip tap di Gene Kelly,
l’unico in grado di indurre sulle palpebre di Inés quello che sembra un
accenno di vitalità. La speranza, sempre più labile, di trovare una cura
in grado di svegliarla, un giorno viene inaspettatamente riaccesa da
Malaguti, uomo equivoco e affascinante che propone a Gonzalo di lavorare
per lui, o meglio per la sua anziana padrona. In cambio della promessa
di ricoverare Inés in una clinica esclusiva, Gonzalo abbandona la
vecchia occupazione per passare alle dipendenze della Signorina Marisòl.
Capostipite di una potente famiglia, la donna vive in una grande villa
in collina, senza mai uscire dalla sua camera da letto. Il suo aspetto è
quello di una nonnina decrepita, ma una volta alla settimana la sua
natura mostruosa le impone di divorare carne umana. Ormai troppo debole
per procacciarsi cibo da sola, ha bisogno di un assistente in grado di
cercare e condurre da lei le vittime sacrificali. L’impresa non è
semplice, gli ostacoli sono molti, e Gonzalo dovrà fare i conti non
soltanto con il desiderio di salvare la figlia, ma anche con il bisogno
di redimersi. E sarà proprio l’anziana Marisòl ad aprirgli gli occhi,
insinuando il dubbio che anche lui sia un mostro come lei, come tanti, e
come tutti illuso che i semi della mostruosità dimorino sempre altrove.
L’incanto del pesce luna è un romanzo di una forza visionaria fuori dal
comune. Ha il cinismo più feroce, ed è al contempo gravido di
delicatezza e commozione. Ade Zeno, tra i migliori narratori italiani
della sua generazione, ha scritto un libro spericolato e malinconico sul
confine tra ciò che conosciamo e ciò che ci spaventa. Tra quelli che
sono i morti ancora vivi, e i vivi che hanno smesso di esserlo da un
po’. Tra i mostri che escono allo scoperto, e quelli che dicono di
essere normali.
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