Giovedì 12 luglio, alle ore 19,30,
presso il cortile del LAB 83,
in viale XXIV MAGGIO a GALATONE (Le), a cura delle
associazioni "MCE Piccolo Principe", "A Levante" e della
Libreria Hemingway, si presenterà in prima assoluta il libro "SCIROCCHI
BAROCCHI - Racconti meridiani di amore e rancore" scritto da Giuseppe
Resta ed edito dalla Casa Editrice Kurumuny. I racconti, molto diversi tra loro
ma accomunati da un irrefrenabile spirito savonaroliano, sono scritti in una
lingua sincera, potente e sfrenata che è anche cifra stilistica che pervade
l’intero volume. Un viaggio nel presente e nel recente passato, tra personaggi
e interpreti del Salento di ieri e di oggi. Bozzetti, istantanee, schizzi,
novelle, documentari, registrazioni e cartoline non illustrate provenienti dal
profondo sud-est della penisola. I racconti che si dipanano nel libro,
alternandosi tra commedia e tragedia, sviluppandosi intorno a quella
"pulitica" intesa dai vecchi salentini come dignità civica, come
rigore etico, presentabilità sociale. Un ritratto ironicamente impietoso, e
senza infingimenti, su di una realtà sociologica sciroccata. Da un rapporto
d’amore contrastato con questa terra, la riflessione su come eravamo e come
siamo diventati, così da ripartire per migliorarci.
Dialogheranno con l'autore ed il
pubblico lo scrittore Livio Romano e il saggista Mirko Grasso, l'attore,
scrittore e regista Andrea Baccassino e l'Editore Giovanni Chiriatti. Il
musicista Luigi Bruno (Opa Cupa -Muffx) predisporrà il commento sonoro.
In conclusione " Degustar
di-vino", a cura della Schola Sarmenti Vitivinicoltura, per brindare in
qualità all'evento.
SCIROCCHI BAROCCHI - RACCONTI MERIDIANI DI AMORE E RANCORE DI GIUSEPPE
RESTA CON ILLUSTRAZIONI DI LUCIO MONTINARO (KURUMUNY)
Bozzetti, istantanee,
schizBozzetti, istantanee, schizzi, novelle, documentari, registrazioni e
cartoline non illustrate provenienti dal profondo sud-est della penisola. Un
viaggio nel presente e nel recente passato, tra personaggi e interpreti del
Salento di ieri e di oggi. I racconti, alternandosi tra commedia e tragedia, si
sviluppano intorno a quella pulitica
intesa dai vecchi salentini come dignità civica, come rigore etico,
presentabilità sociale. Un ritratto ironicamente impietoso, e senza
infingimenti, su di una realtà sociologica sciroccata. Da un rapporto d’amore
contrastato con questa terra, la riflessione su come eravamo e come siamo
diventati, così da ripartire per migliorarci.
I racconti, molto diversi tra
loro ma accomunati da un irrefrenabile spirito savonaroliano sono scritti in
una lingua sincera, potente e sfrenata che è anche cifra stilistica che pervade
l’intero volume. Resta mette in scena frammenti di realtà paesana, attuali e
antichi, appunti di viaggio, notarelle nostalgiche sulla propria e altrui
esistenza: costantemente animato dall’indignazione, animata da un forte
sentimento etico-politico ma anche dal rimpianto per valori antichi che
sembrano essere stati spazzati via dalla massificazione prima, dalla
globalizzazione poi. In molti dei pezzi di questo collage, risuonano parole
come “onore”, e si avverte, inconfondibile, una basilare scelta di campo che è
quella di raccontare le storie degli uomini dal punto di vista della storia
della lotta fra le classi. Ed è così che scorrono istantanee di vita giovanile
degli anni Settanta, scritte con lingua mimetica e contaminatissima, e pagine
di minuziosi ricordi d’infanzia in cui la personale madeleine dell’autore si
incarna nella sessula, sorta di paletta per raccogliere i legumi da un sacco di
juta. Gente che si arricchisce, gente che fallisce miseramente, donne virtuose
e donne sfrontate, figli che crescono “con pane e senza pane” e monumenti
zurighesi all’emigrante e resoconti di vita quotidiana che devono tutto alla
propagazione orale e, per questo, via via più contraffatta. In un quadro d’insieme
in cui la fiducia per il futuro è assai tenue: come scrive Resta, nel dialetto
salentino non esiste il tempo futuro, ma siamo pieni zeppi di passati remoti,
c’è ancora spazio per l’incanto dorato di un bagno purificatore in questo
nostro mare amato non meno che deturpato di Così cambia la vita.
Giuseppe Resta, nato nel 1957 a Galatone, è architetto e blogger.
Poliedrico operatore culturale è impegnato nella difesa e nella valorizzazione
del territorio e si spende per l’etica in politica. Allontanatosi dal Salento
per una parentesi di nove anni di studio e, poi, di lavoro a Firenze, è
ritornato a Galatone, in provincia di Lecce, dove lavora e vive con la
famiglia.
Partecipa alle attività culturali
e politiche della provincia, è membro della direzione del sito di storia
medievale dell’Università di Bari, scrive su varie testate ed è stato per anni
tra i redattori del «Giornale di Galatone» e, oggi, della rivista «A Levante».
Nonché tutor per l’UNPLI.
Ha pubblicato un libro di storia
locale, alcune guide storico-turistico-enogastronomiche (ci tiene al suo
attestato di sommelier) e ha collaborato alla scrittura di altri libri di
autori vari.
Lucio Montinaro - Dottore in
Giurisprudenza e mente vulcanica, ha ben presto disertato l’idea di una
carriera forense per eccesso di creatività, dedicandosi principalmente alla
progettazione di siti web e soluzioni grafiche all’interno di contesti
associativi e aziendali. Ha insegnato tecniche informatiche, grafica e
animazione video in progetti scolastici presso diversi istituti. Come
webdesigner ha portato avanti lavori riconosciuti a livello nazionale. Nel 2003 ha intrapreso una
stretta collaborazione con Dilinò. Da settembre 2006 lavora presso V.A.R.S.
Automobili Srl Melpignano (Le).
Nessun commento:
Posta un commento