Con questa folgorante opera
d’esordio, salutata dal plauso di critica e pubblico, William Landay si colloca
tra i maestri del thriller americano, al fianco di autori del calibro di
Michael Connelly, David Baldacci, Dennis Lehane. È autore di In difesa di Jacob
(Timecrime 2012, in
anteprima mondiale), che in due mesi ha venduto in Italia 50.000 copie e
500.000 copie tra Stati Uniti e Inghilterra. I diritti cinematografici sono
stati acquisiti dalla Warner Bros, e il suo The Strangler è stato finalista
allo Strand Magazine Critics Award 2007 come miglior thriller dell’anno. Morte
di uno sbirro, la sua opera d’esordio, è stato venduto in sedici Paesi e ha
vinto il Dagger Award for Best First Crime Novel.
«Qualsiasi storico ve lo può
confermare: le concatenazioni di eventi non hanno mai fine. Non esiste alcuna
causa senza un effetto, alcun incidente senza il suo seguito.»
Versailles è una tranquilla
località turistica del Maine che si anima solo d’estate, con l’arrivo dei
bostoniani in vacanza. Per il resto dell’anno è semideserta e non vi accade mai
nulla: ecco perché, a soli 24 anni, Ben Truman ha raggiunto la carica di capo
della polizia un tempo ricoperta dal padre. Ma un giorno d’autunno, in una casa
sul lago, viene trovato il cadavere di Robert Danzinger, un magistrato della
procura distrettuale.
Il caso sembra già risolto: la
vittima stava indagando su un traffico di droga a Mission Flats, il quartiere
più malfamato di Boston. Eppure, qualcosa non torna: le forze dell’ordine,
stranamente, non sembrano voler collaborare alle indagini, mentre iniziano a
emergere oscuri legami tra la morte di Danzinger e due vecchi casi mai
chiariti. Lentamente, Truman si trova davanti un invalicabile muro di omertà,
quasi che la verità fosse troppo sconcertante per essere portata alla luce.
William Landay si è laureato in
giurisprudenza a Yale ed è stato a lungo procuratore distrettuale. Attualmente vive e lavora a Boston, dove sta
scrivendo il suo quarto thriller.
«Scrivo thriller perché nel
crimine c’è qualcosa di profondamente drammatico. Offre un materiale
ricchissimo per un narratore, e lo ha sempre fatto. Molti dei grandi classici
della letteratura altro non sono, in fondo, che storie di crimini.» William
Landay
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