Il poeta e saggista veronese Flavio Ermini con “Il secondo
bene” scompone e ricompone la
Morte, fa a quadratini l'oltre dell'oltre-esistenza, senza
affanno, si libera dal dovere di santificare quel moto che dovrebbe riempire il
tempo libero di sufficienza e insufficienza utile allo svago. Perché entra nei
fondali della materia. S'affaccia alla morte: leggendola.
Dopo aver avuto tra le mani questo “Saggio sul compito
terreno dei mortali”, stranamente, c'accorgiamo d'esser in lieta e perfetta
sintonia col lancio promoziona dell'opera letteraria: “Impossibile avere esperienza della morte,
che sarebbe il compimento dell'esperienza umana, che si compie appunto quando
non è più possibile esperire. Forse, per averne una sorta di figura, dobbiamo
cercare altrove, forse in questi frammenti di morte che sperimentiamo per
esempio quando siamo esiliati sul confine tra la veglia e il sonno. I pensieri
si slabbrano, sembrano uscire da noi in lembi, che scivolano in una buia
palude, o in lancinanti frammenti, in schegge che feriscono la coscienza fino
ad annullarla in una sorta di malattia. Ci si aggrappa a un ricordo, e il ricordo
sfugge e ci si dimentica persino di aver per un attimo ricordato. Si cerca di
comporre la geografia di ciò che nel buio ci sta intorno, e tutto si confonde
in una sorta di agglomerato di sensazioni strane. Si invoca il sonno che
sprofondi il tutto, e nello stesso tempo in cui lo si invoca sentiamo che si
casca nel sonno, si sprofonda appunto in esso, come in un abisso”. Ché così
l'autore descrive “la condizione umana”.
Questo d'Ermini è un viaggio, altamente problematico in
quanto noi sempre o quasi problematici, nelle terre di mezzo della vita. Siamo
certi che non è il dato anagrafico del poeta, a fare la differenza; quanto,
invece, la sua volontà di servire – e servirsi (non di meno) – incessantemente
delle logiche degli esseri umani messi fra velocità e insussistenza.
Flavio Ermini, poeta e saggista, è nato a Verona nel '47.
Dirige la rivista di ricerca letteraria Anterem, fondata nel '76 insieme a
Silvano Martini, ed è nel comitato scientifico della rivista internazionale di
poesia Osiris e di quella di critica letteraria Testuale. E' tradotto in
diverse lingue. E lavora a progetti culturali di respiro mondiale. Tra i suoi
libri più recenti, “L'originaria contesa tra l'arco e la vita, (Moretti &
Vitali, 2009), con il quale ha vinto il Feronia – Città di Fiano nell'anno
2010.
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