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giovedì 1 dicembre 2011

Bomba atomica. Inchiesta su Radio Vaticana, di Alessio Ramaccioni e Francesca Romana Fragale, con fotografie di Edoardo Lucci (Editori Riuniti). Intervento di Nunzio Festa
























Mi concederò un lusso, purtroppo, quello di parlare d'una situazione gravissima prodotta dall'elettrosmog, ovvero la base reale e umana del libro d'inchiesta "Bomba atomica", con nella mente ma soprattutto negli occhi e quindi nell'anima le immagini del campo d'antenne che nella mia piccola lucana Pomarico fa a gara di morte con Monte Mario: dove oggi restano i ponti di trasmissione militare e in un recente passato questi reggevano convivendo con un campo di ripetitori televisivi. E alcune battaglie, per richiedere controlli seri e puntuali, anche nella mia piccina matria sono state fatte. Senza risultati. Epperò qualcosa, sappiamo, un giorno deve cambiare. Necessariamente. Però torniamo al libro, all'opera d'inchiesta scritta a quattro mani dal giornalista Alessio Ramaccioni e dall'avvocatessa Francesca Romana Fragale; perché questo testo dice di morte, di morti. (Su questa falsa riga, tra l'altro, e su questa falsa riga forse suo malgrado, nel mezzo delle pagine potrete trovare la citazione d'un cinico articolo del Messori). Intanto diciamo che Ramaccioni da anni segue le vicende di Radio Vaticana. Ché Radio Vaticana è l'oggetto del male. Mentre la penalista ed esperta di Diritto dell'ambiente Fragale è stata accanto alle vittime in tutti i processi, e ancora è lì d'altronde, dei cittadini contro la Radio del papa, della Chiesa Cattolica Romana. Come, infine, Lucci è fotoreporter d'impegno. Questo "Inchiesta su Radio Vaticana" prende le mosse, direbbero i politicanti, ovvero quelle stesse personcine che per esempio snobbano le vicende descritte, dalle parole usate dagli abitanti delle zone di Roma Nord e dei comuni limiotrofi a Santa Maria di Galeria: "come una bomba atomica". Le comunità colpite dai raggi della comunicazione chiesista, infatti, usano questi precisi termini definitivi per sintetizzare gli effetti delle onde del mastodontico parco di ripetitori che permette alla Radio Romana per eccellenza di spedire messaggi in tutto il mondo. Circa 430 ettari per 33 antenne. Infligendo malattie, pare proprio, a migliaia d'esseri umani. Cattolici e non. Nell'area prossima al parco ecclesiale, infatti, la leucemia e i tumori sono diventati compagni di vita. Un impatto, potremmo precisare, ed è cosa spiegata dagli studi, che è maggiore rispetto alla media nazionale. Nonostante, ricordiamo, i medium poche volte si mettano a fare racconto dei fatti. Pure se in mezzo agli eventi scompaiono bambini e anziani. A differenza dei comitati civici che mai più avranno paura. Al diritto di cittadinanza che le vittime di Radio Vaticana - e su questo siamo addirittura confortati da un primo processo vinto e mettendo tra parentesi la prescrizione fatta scattare - praticano quotidianamente. Alzando la testa. Mai più somigliando ai servi della terra che dai preti e cardinali erano solamente comandati e sottomessi. Quando sappiamo bene perché, sottolineamo, i politici non vivano la lotta delle vittime. Inoltre, aggiungiamo, queste persone condannate dal Vaticano a essere sparati da Radio Vaticana, hanno la forza d'essere parte civile, e qui si guardino le varie perizie insieme alle testimonianze, persino a un processo in corso che vede appunto Radio Vaticana accusata di "omicidio colposo plurimo". Chissà se oltre a questo saggio fondamentale e alla ormai storica puntata della trasmissione della Rai Report, qualche organo d'informazione e di trasformazione dell'opinione pubblica avrà il merito di fare chiarezza, dandoci altre narrazioni, su questa costante oppressione - che dura da decenni. Il libro di Ramaccioni e Fragale è troppo ricco, si termini, per essere recensito a dovere. Quindi va letto. Che domani di fronte alle bugie, alle ipocrisie, alle cattiverie, agli atteggiamenti accomodanti, non è più possibile stare zitti. Magari col timore d'essere tacciati d'Allarmismo. Anzi. S'allarmino tutti. Qui stiamo morendo. 


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