Libro presentato da Serena Dandini nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.
Un giorno ti dirò tutto coniuga sapientemente pagine drammatiche e scene esilaranti, realismo e situazioni surreali. È un romanzo fatto di amore, di dolore, di memoria, di speranza, una meditazione sul fallimento e su come sopravvivergli, con o senza riscatto.
Laura ha sei anni quando i suoi genitori decidono di trasferirsi dal loro quartiere residenziale di Roma Nord al Laurentino 38, esperimento presto fallito di edilizia popolare a sud della capitale, uno dei luoghi più malfamati d’Italia. Perché i loro figli devono stare a contatto con la “vita vera”, non devono “crescere nella bambagia”. E la vita vera è lì ad accoglierli, tra eroinomani che si trascinano sofferenti e ragazzini delle medie pronti a squagliarti la faccia sulla fiamma di una candela. Laura prova a mimetizzarsi, a cantare con gli altri «Un due tre viva Pinochet». Ma, come ogni maschera, anche la sua cade, e dovrà pagare il conto per quel tentativo di fingersi quello che non era. Anni dopo, grazie a un documentario scoprirà che fine hanno fatto i persecutori che tanto l’avevano terrorizzata. Da lì potrà ricostruire la sua storia e quella della sua famiglia, cercare di capire da cosa viene quel senso di inadeguatezza che ancora oggi, che ha un lavoro che le piace e una figlia che ama, non la abbandona. La sensazione che ci sia ancora chi è pronto a smascherarla e fargliela pagare. Con il suo romanzo di esordio Laura Buffoni entra a far parte del gruppo di scrittrici contemporanee che hanno fatto della propria biografia, con i suoi grandi traumi e le sue gioie piccole e fondamentali, letteratura, da Rachel Cusk a Dolly Alderton, da Lena Dunham a Joan Didion.
Proposto da Serena Dandini al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«Laura Buffoni, al suo romanzo d’esordio, mostra grande talento e consapevolezza letteraria, nella capacità di utilizzare forme diverse di scrittura e di cambiare repentinamente tonalità. Un giorno ti dirò tutto parte da uno spunto autobiografico drammatico e sa mutarsi in romanzo di formazione, riflessione filosofica, racconto del presente, alternando momenti lirici e lapidarie, incursioni ironiche, divagazioni saggistiche e commedia umana, senza mai perdere freschezza ed energia. È un libro spiazzante e coraggioso, che sa divertire, produrre pensiero ed emozionare. Per tutti questi motivi ho deciso di proporre la sua partecipazione al Premio Strega.»
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