Un romanzo che esplora il confine invisibile tra prima e dopo una relazione da cui si osserva con sgomento la fine di ciò che ci era parso eterno.
A Zagabria c’è un museo che accoglie i ricordi di chi ha un amore fallito di cui disfarsi. È il Museum of Broken Relationship, e conserva anelli, buste chiuse, bambole gonfiabili, lampade a forma di fragola, creme per il viso, flaconi di veleno… Hanno tutti una storia da raccontare. Anche Giacomo e Veronica hanno una storia da raccontare. Iniziano a farlo nel momento in cui Giacomo torna a casa e trova Veronica seduta sul divano, ad aspettarlo in compagnia di un altro uomo con cui ha intenzione di costruirsi una vita nuova. Un capitolo alla volta, le due «parti del problema» analizzano la loro storia d’amore: è una versione doppia, ambivalente, falsata come solo i ricordi sanno essere; ripercorre cecità e incomprensioni, la noia e l’insoddisfazione delle relazioni stantie, ma anche le dolcezze e i momenti felici. Giacomo e Veronica sono impacciati, crudeli, feriti, orgogliosi, egoisti. Sono anch’essi esposti, come le reliquie amorose del Museo che inframmezzano la narrazione, e aspettano il lettore sul confine invisibile tra prima e dopo, un confine che tutti abbiamo conosciuto, da cui abbiamo osservato con sgomento ciò che ci era parso eterno ed è ora pronto a restringersi fino a diventare un misero spazio vuoto (una porta di casa, l’ultima pagina di un libro) da scavalcare.
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