Una storia dell'architettura italiana, dall'inizio del novecento ai giorni nostri, raccontata attraverso 108 progettisti. Dai più noti, come Renzo Piano e Massimiliano Fuksas, a quelli "storicizzati", come Terragni e Libera, fino agli ingiustamente dimenticati. I quali spesso hanno realizzato alcune delle architetture più belle e interessanti del dopoguerra, come i fratelli Luccichenti o Venturino Ventura. Chiaro e accessibile, il libro racconta un'Italia che ha saputo realizzare opere all'avanguardia, e coltivare il talento di progettisti che hanno determinato mode e tendenze: da Nervi e Morandi ad Aldo Rossi, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, fino a Stefano Boeri. Ma anche accogliere il pensiero di anti-architetti, come Vittorio Sgarbi, che pur non avendo mai progettato hanno influito sulla cultura edilizia del Paese, o di pensatori e organizzatori culturali, come Renato Nicolini, che hanno contribuito a cambiare il modo di vedere la città. Il libro fa emergere anche il ruolo delle progettiste donne, spesso oscurate dalle figure maschili, criticando le icone più pubblicizzate e valorizzando figure più interessanti e misconosciute, da Lina Bo Bardi a Franca Helg, Guendalina Salimei, Giuseppina Grasso Cannizzo.
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