Siamo in Sicilia, all'inizio degli anni Settanta, è settembre. Su una
grande spianata sotto un terrapieno coltivato a ulivi sorge una
baraccopoli costruita dopo il terremoto. È un luogo apparentemente secco
e arido, nelle abitazioni manca l'acqua, i diritti elementari sono
negati. Un gruppo di attivisti vi fonda una specie di comune - sono
anarchici, comunisti, hippie italiani e stranieri - e cerca di spingere
gli altri baraccati a ribellarsi. Ma un giorno, i bambini della comunità
trovano un giovane alla foce del fiume: è magro, ha i boccoli biondi,
sembra morto. Gli danno il nome di Italo Orlando, per una leggenda di
qualche anno prima. Non sanno che la nuova apparizione di questo dio del
cambiamento travolgerà più di una vita. Più di tutti, di lui si
innamorerà perdutamente uno studente di origine povera, Saverio. A
raccontarci questa favola nera di promesse e di rovina, di illusioni, di
cambiamenti reali e di tragedia, è un ragazzo, Ciccio, all'epoca
tredicenne, che abita in una delle baracche con la madre e la sorella.
In questa seconda parte della trilogia su Italo Orlando, Carola Susani
ci racconta un altro passaggio nella storia del nostro paese, quando per
un momento sembrò che la giustizia fosse prossima e che anche l'amore
rilucesse nuovo.
Nessun commento:
Posta un commento