Mescolando episodi autobiografici e affondi sulla straordinaria
figura di Benjamin, Pajak ricostruisce con passione critica alcuni
momenti fatali del Novecento europeo, tavola dopo tavola, frase dopo
frase, muovendosi tra Parigi, Capri e una desolata Sicilia d'aprile.
«Frédéric
Pajak ha inventato un nuovo genere, il "saggio grafico". O forse non
l'ha inventato lui, ma quel che è certo è che lo ha portato alla sua
forma più perfetta» – Le Nouvel Observateur
«Un libro da godere, stampato su carta spessa e ruvida come si deve» - La Stampa
«Leggere Pajak è un'esperienza che non ha equivalenti nella letteratura del nostro tempo» – L'Express
Amburgo, 1932. Un uomo dall'aria stanca, abito scuro e ventiquattrore
alla mano, si appresta a salire sulla passerella del cargo Catania,
diretto a Ibiza. È Walter Benjamin, critico e scrittore ancora senza
fama né opera, in fuga da una Germania sull'orlo della follia. Isolato e
lontano da ogni forma di modernità, finirà per indagare il proprio
tempo come nessun altro. Losanna, 1980. A pochi giorni dall'attentato
che ha ucciso ottantacinque persone nella stazione di Bologna, un uomo
arruffato e infreddolito varca la soglia di un bar di periferia, terra
franca di neonazisti e fanatici antisemiti. È Frédéric Pajak,
scrittore e disegnatore inclassificabile, alla deriva per l'Europa
inseguendo l'opera di una vita, «un libro fatto di parole e immagini,
scene d'avventura, ricordi sparsi, aforismi, fantasmi, eroi dimenticati,
alberi, la furia del mare». Mescolando episodi autobiografici e affondi
sulla straordinaria figura di Benjamin, Pajak ricostruisce con passione
critica alcuni momenti fatali del Novecento europeo, tavola dopo
tavola, frase dopo frase, muovendosi tra Parigi, Capri e una desolata
Sicilia d'aprile. Entrare nelle pagine e perdersi fra i tratti a china
degli oltre cento disegni di Manifesto incerto significa intraprendere un viaggio militante e commosso nei territori della melanconia e della bellezza.
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