Fuori piove, fa freddo. Dentro la chiesa, in un piccolo paese del
Nord-Est, fa ancora più freddo. È quasi buio, la luce del mattino non
riesce a imporsi. Un uomo, Tilio, sta portando via i moccoli dai
candelieri, raschia la cera colata, mette candele nuove. Sistema tutto
seguendo l'ordine che gli hanno insegnato, perché si deve mettere ogni
cosa al suo posto nella giusta successione. Parla con se stesso,
intanto, in attesa che sulla scena compaia Fredi, il sacrestano. Tra una
messa e l'altra i due sorseggiano caffè corretto alla vodka. Così
inizia il teatro di una coppia di personaggi indimenticabile, che
intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un intreccio
vertiginoso di vicende personali, desideri, rimpianti e paure che
convocano la vita di tutto un paese, in una lingua che fa parlare la
realtà vissuta.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Franco
Buffoni: «Personaggi autentici della provincia friulana animano questo
nuovo romanzo di Gian Mario Villalta in modo nitido e poetico.
"L'apprendista" – mentre pare raccontare la storia di due "umili" –
Tilio e Fredi, riesce in realtà a fare esplodere universi di discorsi
storici, sociali e profondamente umani, grazie a uno stile di scrittura
elegante e intenso, intimamente sentito. Mentre la trama intesse nei
pensieri, nei dialoghi e nei racconti un furibondo intrico di paure e
desideri, rimpianti e speranze, capaci di coinvolgere le esistenze degli
altri abitanti della piccola comunità. Scolpendo un microcosmo di
realtà vissuta con notevole sapienza stilistica, Gian Mario Villalta,
già molto noto e accreditato per i romanzi precedenti editi dalla stessa
Sem e da Mondadori (ricordiamo "Tuo figlio"), consegna al pubblico dei
critici e dei lettori – con "L'apprendista" – una delle opere più
significative della nuova stagione.»
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