Gambassi è un paesino in Toscana, ignoto ai più. Eppure lì è nato il
cane Blasco, recentemente ammalatosi di tumore, e a Gambassi ha trovato
rifugio e salvezza la famiglia materna dell'autrice, in fuga dai
nazifascisti. Quando Marina Morpurgo mette a fuoco questa strana
coincidenza, inizia un bizzarro viaggio nella memoria. Qualcuno ha
aiutato la sua famiglia a sopravvivere e qualcuno l'ha aiutata a salvare
Blasco, qualcuno si è mostrato solidale e qualcuno no, qualcuno le ha
insegnato la speranza e l'elaborazione della perdita. Potrebbe sembrare
sacrilego questo accostamento tra salvezza di un animale e salvezza di
esseri umani, ma solo per coloro che non comprendono come l'amore - per
un cane o per i nonni - possa scavare dentro l'animo dei solchi
profondissimi. Non manca il punto di vista dello stesso Blasco, che per
esempio non crede di essere andato con la nuova padrona per arcani
motivi, ma solo perché, essendo lei cicciotta, è certo di poter ricevere
molto cibo. Un romanzo memoir di una scrittrice decisamente ironica, e
anche molto di più. Una storia che parla della speranza, della salvezza,
delle brave persone, della capacità di lottare.
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