Nel 1948 Caproni scorge a Genova fra le rovine dei bombardamenti una
statua di Enea in fuga da Troia, col vecchio padre in spalla e il
figlioletto accanto. L'apparizione assume per lui un significato
travolgente: Anchise è la tradizione ormai distrutta, Ascanio il futuro
ancora incerto, Enea lo specchio di Caproni stesso e della sua
generazione, usciti a stento dalla guerra e alle prese con una difficile
ricostruzione. Il poeta tornerà su quell'«incontro» in vari interventi
(da corrispondenze giornalistiche al poemetto Il passaggio d'Enea, a
recensioni e interviste), qui raccolti per l'attenta cura di Filomena
Giannotti, autrice anche di una puntuale Introduzione e di un prezioso
apparato di Note che di quell'incontro ricostruiscono la storia e il
valore simbolico. Questo libro finisce così per presentarsi come una
«nuova Eneide della contemporaneità» (Alessandro Fo, dalla Prefazione)
che, attraverso le parole di Caproni, sottrae l'eroe antico a ogni
retorica celebrativa. La Postfazione di Maurizio Bettini segnala come,
nel secondo dopoguerra, anche fuori d'Italia si riscoprisse l'attualità
di Enea come figura capace di rispecchiare un mondo in frantumi.
Prefazione di Alessandro Fo. Postfazione di Maurizio Bettini.
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