Nel terzo Millennio, non posson che esser le opere
sull'identità smarrita e/o frammentata il luogo privilegiato d'indagine e
rappresentazione, a tratti persino di moderno/realismo, della società. Grazie a
"Un uomo in movimento", opera seconda quindi di Mauro Orletti,
proprio dentro questa non-dimensione torniamo a perderci. Ad analizzarci. Con
in più, però, il racconto d'una verità che agisce e reagisce in mezzo alla
crisi generale dei valori: la comunione e liberazione del prete Giussani (cuore
primario della Compagnia delle Opere - il tentacolo platealmente
economico-finanziario). Si comincia, ché così pareva, con l'amicizia fatta di
silenzio e televisione di Dario e Armando, il comunista e l'anarchicheggiante.
E si continua con l'ingresso in scena del ciellino Matteo che ha il compito
d'attirare lo stranito Armando nel senso di mamma Cl: e il lavorìo di Matteo
raggiunge lo scopo. 'Sto Matteo, infatti, ogni pagina che passa diventa più
antipatico a chi legge. Perché deve imporsi. Prendere la coscienza d'Armando.
Rubare la sua libertà, le poche certezze accumulate nelle svogliatezza di
letture titolate "L'uomo che dorme", e basta. Mentre, in effetti,
Perec cammina, Armando si fa rimbambire dall'evangelizzazione, se davvero così
si può dire, dei figlioletti di Giussani. Fino, è evidentemente,
all'implosione. Ovvero fino a quando l'esplosione delle volontà (?) del
protagonista del romanzo divengono altro tassello delle vite di comunità e
comunione, insomma. Matteo, insomma, fa una bomba dalle contraddizioni del pensiero
in costruzione del soggetto preso all'amo. Questo romanzo d'Orletti è una delle
belle notizie che abbiamo avuto recentemente. Privo di retoriche forzate o
forzose, legge perfettamente il presente. Epperò prendendosi gioco della
verità. Seppur col dovere della dimostrazione della cronaca. Mauro Orletti, con
fluttuazioni della trama che ci rendono persino tracce dell'accanimento contro
la libertà che i dogmi della Chiesa sempre hanno rafforzato nei secoli, ci
dipinge. Al netto delle necessità dei dipinti di Pedretti. Domani dal
primitivismo.
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