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giovedì 6 settembre 2012

Migrazione, solidarietà e sviluppo nel Mediterraneo del terzo millennio di Giuseppe Marchionna. Con prefazione di Nichi Vendola (Besa editrice)



Riesaminare oggi quello che accadde venti anni fa a Brindisi può offrire lo spunto per approfondire le ragioni della caduta dei regimi autoritari dei Paesi del Nord Africa; per ragionare sulla spinta democratica e innovatrice che sale dalle nuove generazioni arabe che non vogliono cadere nella disperazione della prospettiva terroristica; per riflettere sulle motivazioni e sulle modalità dei nuovi flussi migratori che attraversano il Mediterraneo; per immaginare le risposte che non solo l’Europa e l’Italia, ma soprattutto le regioni meridionali italiane, e la Puglia in particolare, sono chiamate a fornire in termini di solidarietà e di sostegno allo sviluppo di quei Paesi che ormai sono divenuti strategici anche per la definizione delle nostre prospettive di crescita. In ogni caso, un fatto appare già chiaro e incontrovertibile: riusciremo a superare questa nuova prova solo se sapremo riannodare i fili dell’antica comunità mediterranea, in ciò riproponendo con più forza e convinzione la più antica delle vocazioni di questo Paese, quella di guardare al mare e ai mondi che si schiudono al di là del mare.

Giuseppe Marchionna (1953), esperto di politiche di programmazione economica territoriale, è da tempo impegnato nella ricerca di un rinnovato rapporto tra economia e cultura fondato sulla valorizzazione delle risorse umane del territorio. Lungo questa linea sostiene la necessità di un approccio mediterraneo alle questioni della crescita civile, culturale ed economica della Puglia e, più in generale, del Mezzogiorno d’Italia. È stato Sindaco di Brindisi dall’agosto del 1990 al dicembre del 1992, affrontando da quella scomoda postazione l’emergenza dello sbarco di decine di migliaia di profughi albanesi nel marzo del 1991.

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