Leopardi l'ha percorsa a disagio, sballottato in una
carrozza, Shelley ci ha lasciato la vita, Garibaldi la salute: è l'Italia, da
tempo immemorabile vituperata e ammirata, un Paese che pensiamo di conoscere ma
che nasconde in ogni città, in ogni suo angolo un segreto. Compreso il più
sconcertante: come mai le cose sono andate come sono andate? Come ha potuto
diventare, questa penisola allungata di sbieco nel Mediterraneo tra mondi
diversi, allo stesso tempo la patria dei geni e dei lazzaroni, la culla della
bellezza e il pozzo del degrado? Questo libro tenta una spiegazione in forma di
racconto, accompagnandoci dalle cupe atmosfere della Palermo di Cagliostro
all'elegante corte di Maria Luigia a Parma, dalla nascita del ghetto di Venezia
alla eroica fiammata dell'insurrezione napoletana contro i nazisti. Nel suo
racconto dell'antropologia italiana, Augias mette a confronto due libri
antitetici come "Cuore" di De Amicis e "Il piacere" di
D'Annunzio, ricorda le truci storie di briganti che affascinarono Stendhal,
celebra la resurrezione postbellica di Milano attraverso le glorie della Scala
e del Piccolo Teatro, ma constata anche la decadenza di una classe dirigente...
Il risultato è il romanzo di una nazione, i cui protagonisti sono i luoghi, le
opere, i monumenti, gli angoli oscuri del nostro Paese, le pagine della sua
letteratura ma anche le storie esemplari terribili nascoste nelle pieghe della
cronaca. Perché è la memoria della storia, dell'arte e del sangue - che fa degli
italiani quello che sono.
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