“Per quanto spossata, sfiatata,
acciaccata da una grave patologia polmonare, la paziente molto speciale
protagonista di questo libro vede il reparto ospedaliero come un palcoscenico
su cui medici e malati, infermieri e parenti in visita interpretano - attori
inconsapevoli - la pièce della commedia della vita. Il racconto è un
inanellarsi di piccole storie all'interno della storia più grande dei vari
ricoveri della protagonista. Non vengono fatti nomi, nemmeno quello
dell'ospedale stesso, perché ciò che accade è in qualche modo esemplificativo
di una condizione più generale... Machu Picchu, lo Sciamano, Martello
Pneumatico, Miss Ceausescu, Tromba di Gerico, Nosferatu. Così vengono
identificati alcuni dei personaggi che si muovono attraverso le pagine, tessendo
un'appassionante trama narrativa. La protagonista riesce a liberare energie
nuove in un ambiente che per sofferenze, abitudini inveterate, assenza di
stimoli, tenderebbe a restare cristallizzato. E malgrado il proprio dolore, lo
scoramento, il senso di lutto, parla di letteratura con un infermiere
peruviano, scambia confidenze con gli altri degenti, fa entrare di nascosto la
sua parrucchiera. E intanto osserva con sguardo fulminante, lo sguardo di una
donna straordinaria, tutto ciò che accade in quell'universo popolato di
speranze e rassegnazioni, in cui medici, infermieri e malati si sorprendono a
volte nel realizzare di essere fra loro sodali invece che antagonisti.
Se quando ci si trova ad
affrontare una delle situazioni più difficili dell'esistenza si corre il
rischio di perdere l'oggettività, Laura Grimaldi evita questa trappola, e con
profonda, mai arresa vitalità e strepitosa ironia attraversa in prima persona
l'esperienza della malattia tracciando una sorta di piccolo "manuale di
sopravvivenza ospedaliera" e insieme un delizioso, dissacrante viaggio in
quell'altrove in cui si sperimenta anche la contiguità con la morte.
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