Reale e non reale, umano e non umano. L’opera di Philip K. Dick è
contrassegnata dalle dicotomie e indaga il concetto di forma e sostanza,
argomenti che hanno sempre interessato l’autore americano e che trovano spazio
anche all’interno della sua biografia. Dalla dualità con la gemella Jane, morta
nella culla, fino al dilemma tra continuare a essere un autore di fantascienza
o dedicarsi invece alla letteratura mainstream, nel corso della sua vita Dick è
sempre stato preso dal dubbio se la sua esistenza stesse andando davvero nel
modo in cui avrebbe dovuto. E forse non è un caso che sia stato proprio lui a
inventare le ucronie, mondi come il nostro in cui, a un certo punto, qualcosa
ha fatto prendere alla Storia una direzione differente. La svastica sul sole,
Ubik, Il cacciatore di androidi, le storie che ci ha raccontato si intersecano
con la sua vita in modo inevitabile, irreparabile. Questo libro ripercorre gli
eventi principali dell’esistenza di Philip Dick, dal suo esordio letterario
alla consacrazione nella fantascienza, passando per le paranoie di essere
spiato dai servizi segreti e le rivelazioni mistiche degli anni Settanta,
offrendo uno spaccato inedito dell’autore e delle sue creazioni. “Lo strumento
fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole.
Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone
che devono usare le parole.” (Philip K. Dick)
Sceneggiatura: Francesco Matteuzzi
Disegni: Pierluigi Ongarato
Nessun commento:
Posta un commento