Invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno saranno con il loro Invisibili
edito da Kurumuny saranno al Circolo Pier Paolo Pasolini di Grottaglie. Dialogo
con gli autori a cura di Franco
Calzolaio e Donatella Duranti (Coordinatrice Provinciale di SEL).
L’appuntamento è per il 3 giugno alle 19,00 nell’atrio del Castello Episcopio
di GROTTAGLIE
Proseguono le presentazioni del fortunato libro inchiesta scritto a quattro
mani da Fulvio Colucci e Giuse Alemanno, di recente insignito con un premio
come miglior reportage per il 2011 da parte della redazione della rivista
letteraria e associazione PugliaLibre, con la seguente motivazione: Un testo
snello eppure significativo, capace attraverso un registro narrativo di
evidenziare le diverse problematicità dell’Ilva di Taranto; merito ulteriore è
quello di non limitarsi a cronache e statistiche per dare voce a chi in quel
contesto lavora e talvolta muore.
Non molto tempo fa gli operai dell’allora ITALSIDER vennero chiamati
metalmezzadri. Era la generazione dei Cipputi, dei sindacati e degli scioperi
che paralizzavano la produzione, della terra o del mare da coltivare, dopo il
turno. L’ITALSIDER non c’è più. C’è l’ILVA. Una nuova fabbrica con un nuovo
nome e nuove regole, ma soprattutto una nuova generazione. Una generazione che
sogna la grossa vincita al gratta e vinci o al massimo la divisa da
carabiniere. Per i nuovi operai dell’ILVA, divisi in normalisti e turnisti, il
sindacato è lontano; al suo posto ci sono i tornei di calcetto aziendali che
favoriscono la comunicazione, ma non troppo. Rimane la paura di non tornare più
a casa e i santi a cui affidarsi, una volta custoditi nei portafogli ora
immagini su cellulari. Le immagini dei santi si affiancano a quelle delle
mogli, dei figli e delle famiglie e di loro è tutto quello che oltrepassa i
torne lli dell’ILVA. La vita scandita dai turni. Tra la fabbrica e la vita
fuori, lo spogliatoio dove si svestono i panni civili e si indossa la tuta da
operai. Perché l’Ilva è anche volti stanchi, epopea di pendolari, famiglie e
figli, doveri e rancori, solidarietà e silenzi, verità e menzogne. L’Ilva è
carne viva, metafora di una condizione universale, piccolo spaccato di mondo.
Una fabbrica non soltanto di acciaio ma di storia e storie. E sullo sfondo una
città lontana assente, dai contorni sfumati come fosse di sabbia, la stessa
sabbia che si indurisce nel naso e lo fa sanguinare. Invisibili di Fulvio
Colucci e Giuse Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta
storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in
aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento siderurgico
d’Europa, l’Ilva di Taranto. Ma è anche il racc onto delle contraddizioni di
una città intera, sparsa su 2600
ettari di cui l’Ilva occupa 1600: facile capire chi
comanda e chi dà da mangiare ai tarantini, più difficile è capire perché accade
che dei bambini, come quelli di Taranto, siano in trincea per una guerra impari
contro un nemico subdolo e imprevedibile, l’inquinamento. Il ricatto
occupazionale e il sentirsi colpevoli di lavorare. Questo è uno dei pregi di
Invisibili, la narrazione di un’umanità divisa fra la necessità e il rifiuto, la
psicologia di chi ogni giorno passa quei cancelli aspettando il momento di
uscirne, il malessere di chi sa che non può farne a meno pur essendone sempre
tentato.
Le illustrazioni del volume sono di Christian Imbriani.
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