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mercoledì 1 giugno 2011

Sezione Crimini Violenti. Il primo caso dell'ispettrice Huss di Tursten Helene (Fanucci)














Una sera piovosa di novembre. Un colpo sordo sulla ghiaia bagnata. I passanti del centro di Göteborg si radunano sotto il balcone al quinto piano di un palazzo signorile. L’ispettrice Irene Huss, il commissario Andersson e un’affiatata squadra di colleghi iniziano a indagare su ciò che sembra a tutti gli effetti un suicidio. L’improvvisa scomparsa di Richard von Knecht, abile uomo d’affari dell’alta borghesia di Svezia, risveglia enorme interesse nella stampa, mentre si cerca di ricostruire la tela delle persone a lui vicine. Tra marmi e oggetti d’antiquariato, tappeti persiani e legni intagliati, si dovrà scoprire cosa si cela dietro al mistero. Irene Huss non demorde e, passando dall’analisi di vecchi ritagli di giornale a mosse di arti marziali, tiene a bada l’eccentrica signora von Knecht, il silenzioso figlio e l’affascinante nuora-modella, gli amici milionari e quelli amanti del vino. Infine i sospetti si moltiplicano e contemporaneamente si restringono, frantumando in mille pezzi l’immagine di partenza.

Helene Tursten scrive un giallo con dovizia di particolari e con una trama fitta di colpi di scena e imprevedibili sviluppi. La sua ispettrice Huss, alle prese con un caso di omicidio davvero insolito, si divide tra la vita di madre e moglie impegnata e quella di capo della Sezione Crimini Violenti in una società minacciata dal razzismo, dalla droga e da una nuova ondata di criminalità.

“Nessuno lo vide quando cadde nella fitta oscurità di novembre. Con un colpo sordo e pesante sbattè contro il porfido bagnato di pioggia. Sebbene fosse l’ora di punta, c’erano insolitamente poche persone per strada. I pedoni si proteggevano sotto gli ombrelli rovesciati dal vento e ritraevano il mento nei baveri sollevati, per cercare un po’ di riparo dalla pioggia che sferzava gelida. Tutti quelli che ne avevano la possibilità andavano in macchina o si ammucchiavano nel vapore caldo e umido di un autobus o di un tram. La persona più vicina era un’anziana signora, che trascinava al guinzaglio un bassotto disubbidiente e fradicio. L’ululato del cane e quello di lei annunciarono che era accaduto qualcosa di grave. I passanti affannati rallentarono il passo. La curiosità prese il sopravvento e vennero attratti sul luogo dell’incidente”.

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