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martedì 17 maggio 2011

La passione del calcio di Franz Krauspenhaar (Perdisa Editore). Intervento di Roberto Martalò













Poeta, romanziere e blogger, Franz Krauspenhaar si dimostra scrittore prolifico e talentuoso con il suo ultimo libro dal titolo “La passione del calcio”. “Ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, come lo definiva Pasolini, o sport che “ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”, come scrisse il grande Osvaldo Soriano, il calcio, nel nostro paese, è lo specchio della nazione e coinvolge gran parte della popolazione. Krauspenhaar subisce il fascino di questo sport fin da bambino, da quando cresceva nella periferia di Milano e, influenzato dal compagno di banco e dallo zio, cominciava ad appassionarsi e a sentirsi parte di qualcosa di grande. Non si tratta semplicemente di uno scritto sul calcio, anzi è più un libro sulla passione, su quel fervore che, a un certo punto della vita, ti prende, anche forse irrazionalmente, e ti segue, accompagnandoti per anni finché, man mano, si affievolisce. Il calcio è una delle passioni più forti per diversi motivi: la calendarizzazione, ossia l'appuntamento fisso domenicale (anche se oramai si gioca quasi tutti i giorni) e quindi la ritualizzazione, l'aggregazione e la condivisione (in particolare in occasione di eventi come Mondiali o Europei che riguardano una nazione). Un romanzo autobiografico che non coincide con lo scorrere del film della vita dell'autore: il calcio è lo strumento che lo scrittore utilizza per far riemergere il ricordo e per raccontare lo sviluppo dell'Italia dalla fine degli anni '60 a oggi. Con precisione e nostalgia, l'autore, ad esempio, collega la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 al fantastico calcio totale degli olandesi; ancora, rammenta l'entrata di Berlusconi sulla scena sportiva italiana e la sensazione che tutto sarebbe cambiato, e tanto altro ancora. Un libro piacevolissimo, attraverso flash-back improvvisi che non seguono un ordine cronologico. Piuttosto, si tratta di un flusso di ricordi ed emozioni che l'autore riesce a raccontare con grandi capacità e un registro linguistico che sa essere alto o basso, secondo le specifiche esigenze letterarie. Così, Krauspenhaar crea un'atmosfera familiare e “calda”, dove il lettore si ritrova perché la passione del calcio, pur nella sua individualità, è universale e trasversale. “Che cosa è il calcio, al centro di se stesso? Un dribbling...Nel dribbling il calcio si liofilizza, si incentra. È un simbolo, un riassunto, una sinossi del calcio... È una sintesi della vita, per certi versi. Perché è un'azione individuale che si crea all'interno di gruppi contrapposti”. Un unico dubbio: siamo sicuri che la passione dell'autore sia venuta meno? A leggere cosa scrive dei Mondiali 2010 non sembrerebbe. Infine, un piccolo rimprovero: la squadra del cuore non si cambia..

La passione del calcio di Franz Krauspenhaar (Perdisa Editore)

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