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domenica 8 maggio 2011

Augusto. Il braccio violento della storia, Luca Canali, Bompiani


“Ho subito capito che tu eri l’unica persona cui avrei potuto affidare non solo gran parte dei

miei beni, ma anche il completamento del disegno politico che ho sempre avuto in mente”.

Giulio Cesare


da pagina 13

[...] Pensava tutto ciò con assoluta convinzione. Giovanissimo, ma nato vecchio, e già

pieno di malanni che curava con diete ascetiche, perché

avrebbe dovuto dolersi della tragica sorte di un cavallo,

o della morte di un valoroso soldato, come invece faceva

Cesare? Egli se ne sarebbe subito, freddamente, procurati altri dieci. In certi momenti Cesare gli appariva soltanto un formidabile e geniale coltivatore di illusioni. Ma

ora toccava a lui fare quanto necessario alla respublica.

E lui, se necessario, avrebbe ingannato tutti, aggirando,

modificando, e collettivizzando le personali istituzioni

tradizionali. Se poi si fosse imbattuto in avversari irriducibili, avrebbe cercato di eliminarli senza pietà, di persona, o per mezzo di sicari prezzolati, ai quali sarebbe stato

sufficiente dire: “Costoro sono miei nemici, uccidete il

loro corpo e tenetevi il resto, i loro beni, persino le loro

mogli e figlie, se vi piaceranno.” Ma aveva programmato

anche una propria necessaria doppiezza: “Predicherò la

purezza dei costumi, e sarò severo anche con i miei fami

gliari, quando lì avrò. Ma rimarrò estraneo, quasi esonerato dalle mie stesse leggi e dalle mie intenzioni purificatrici, immune dal moralismo che tarpa le ali a qualsiasi

Principe voglia governare per il bene di tutti in assoluta

libertà di pensiero e di azione. [...]


Il primo imperatore romano, forse il più grande: Ottaviano Augusto. La difficile ma inarrestabile scalata al potere, gli intrighi, i retroscena psicologici, i personaggi: Agrippa, l’amico fidato, uomo forte e imperturbabile, votato al servizio gregario e all’ordine senza forse e senza ma. E poi Livia Drusilla, di cui Ottaviano si innamora, e ne fa la sua sposa e ispiratrice. E ancora, le trame segrete dei conservatori capeggiati da Cicerone, Catone, e Bruto, la guerra sanguinosa contro gli uccisori di Cesare, da cui emergerà la figura dell’uomo di potere unico, il princeps per antonomasia.

Uomo malaticcio ma sospinto da irrefrenabili pulsioni, adottato da Cesare che lo vedeva come il solo condottiero in grado di risolvere il dissidio che opponeva il Senato al princeps. Repressione di congiure, diplomazia con il ceto nobiliare, stretto legame quasi affettivo con le legioni, un saldo secolo di pace, detta appunto pax augusta, che ha quasi per fondamento ideologico la cultura e la poesia, di cui Mecenate è ispiratore, sono i fondamenti del nuovo impero.

Molti tormenti anche nella sua vita: più grave di tutti il comportamento libertino di sua figlia Giulia e sua nipote Giulia Minore.

Luca Canali ricostruisce col sicuro e avvincente passo del romanziere e con il rigore dello storico un capitolo epico della storia romana, fra tolleranza e dispotismo, poesia e sangue, amore e morte. La vicenda di un uomo il cui braccio violento, anche attraverso la crudeltà delle proscrizioni,

ha impugnato ogni arma disponibile per saldare per sempre il destino di Roma a quello dell’Occidente.


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CRISTINA

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