Finendo la lettura di questi libri, faccio un bilancio preliminare (metafora dei“conti della serva”) ,e riscontro che la realtà dimostra la distanza con gli scenari rosei proposti. Risulta stridente la contrapposizione tra la realtà dei fatti quotidiani con i diversi mondi della “Cultura, della “Scienza”,della “Comunicazione” e della “Impresa”.Il primo, dove si intessono le relazioni e si origina il sapere, dove gli uomini formalizzano i loro modelli derivanti dalle loro esperienze di vita, il secondo, quello dove si applicano le leggi della scienza(fisica, chimica, economia, statistica,ecc), il terzo dove si verifica l’informazione e si formalizza rigorosamente la realtà dei fatti ed il quarto dove si misurano gli effetti qualitativi e quantitativi delle “soluzioni sostenibili”(prodotti offerti e/o utilizzati) in grado di soddisfare le esigenze del/i consumatore/i in termini di funzioni, qualità/prezzi,costi/benefici/rischi e disponibilità nel tempo richiesto. Nel Salento, dove la natura si è data con grande generosità, la distanza tra questi mondi risulta ancora più evidente che altrove. Un territorio come questo, in cui i quattro elementi di Empedocle: terra, aria, acqua e fuoco si fondono in proporzioni mirabili, meriterebbe di essere religiosamente protetto e valorizzato, non dico facendone un santuario, ma almeno salvandolo dalla miopia di chi irresponsabilmente ne ha fatto e continua a farne scempio. In che modo? Soprattutto favorendo la cultura dello sviluppo sostenibile focalizzata sinergicamente e concretamente sui fattori tecnologici,economici ed ambientali in senso lato, dove siano considerati e valorizzati tutti gli aspetti reali e concreti che contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei cittadini e delle imprese. Purtroppo, ciò che ho ripetutamente constatato in questi ultimi anni sembra andare in direzione opposta. Ogni giorno nuove ferite vengono aperte in questo meraviglioso Salento, ad opera di poche persone ed organizzazioni irrazionali, incapaci e rapaci che lo sfruttano senza ritegno, indisturbate, vanificando ogni progetto di sviluppo.
E a volte accade che proprio quando, in apparenza, sembrano emergere maggiore attenzione e sensibilità, si creano ad arte allarmi ingiustificati il cui solo scopo è di distogliere l’attenzione da chi opera nell’ombra perseguendo i propri inconfessabili interessi. In questi casi si realizza una saldatura, tra un “Ambientalismo Talebano” ed alcuni poteri che traggono ciascuno vantaggi dal pericolo evocato e dai “Falsi Allarmismi”propinati. E l’ambiente? Ridotto a mero strumento di soldi e potere di una ristretta casta.
Vander Tumiatti esperto UNEP (United Nations Environment Program-Ginevra) ,Ass. Secretary IEC (International Electrotechnical Commission- Ginevra), Imprenditore e Fondatore della Sea Marconi Technologies Italia(www.seamarconi.com).
fonte Paese Nuovo
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