"Il libro di Gianluca Ferrara, il suo sesto, è la narrazione dell’impegno che da sempre contraddistingue l’autore. Impegno per i diseredati, ultimi, ignorati, quasi inesistenti per il senso comune dello stato e di certa società. Il libro ruota intorno ad alcune figure di rilievo, noto ma non scontato: Don Dilani, Don Gallo, Don Vitaliano, Alex Zanotelli. In comune essi hanno la carica rivoluzionaria che Ferrara indica come scopo e insieme mezzo per riscoprire il messaggio di Cristo, per farlo rivivere nonostante, appunto, il Vaticano. Scritto come saggio/testimonianza, questo libro ci induce a riflettere sulla verità che il titolo palesa in maniera inequivocabile: dove si trova il messaggio rivoluzionario di Gesù, dove il suo anelito all’accoglienza, all’armonia, alla non esclusione, dove è forte il suo messaggio di amore incondizionato? Non negli apparati ecclesiastici, non nel Vaticano, non nella politica di potere dei prelati del Vaticano. Si trova nella vita quotidiana delle persone che Ferrara ricorda e fa parlare attraverso la loro stessa voce, una vita donata agli ultimi, a coloro che altrimenti non sarebbero esistiti, non avrebbero avuto alcuna dignità umana perché esclusi dal consesso ufficiale della religione di stato. La scrittura denota tutto l’impegno intellettuale e morale dell’autore. Periodi forti a descrivere la tenacia di chi ha scelto di essere dalla parte dell’amore. Una scrittura tenace, viva, un ritmo che accompagna una rabbia pacata, quella di chi non si arrende, anzi fa della rabbia uno strumento della propria lotta. Una lotta fatta di senso di pace, di giustizia, di amore, che non teme avversari perché sa di essere nel giusto del messaggio evangelico, che è poi umano! Le parole forti dell’autore accompagnano il lettore a conoscere meglio i personaggi che hanno fatto della lotta agli apparati di potere la bandiera della propria esistenza, per quanto sofferta e faticosamente contro corrente." (di Gina Sfera da Lib(e)ro Libro)
La storia degli uomini in abito nero che, dalla strada, vivono accanto a chi soffre denunciando con il loro esempio le ipocrisie e gli affari sporchi compiuti all’ombra della cupola di San Pietro Se, liberandosi del pregiudizio, si ha il coraggio di dirigere il proprio sguardo verso le sfarzose cattedrali del cattolicesimo, il panorama appare sconfortante. Perché nei luoghi teoricamente destinati alla diffusione del messaggio di Cristo non si aggirano molti pastori di anime ma, fin troppo spesso, banchieri in abito talare o politici ipocriti, pronti a partecipare alla messa soltanto per guadagnare credibilità nei confronti del proprio elettorato. Così, mentre i presunti cristiani eletti deputati al Parlamento non esitano a esibire le proprie amanti o ad abbandonarsi a festini dal gusto discutibile, all’ombra della cupola di San Pietro fiorisce il malaffare e spericolate operazioni finanziarie dettate dalla cupidigia vengono presentate come opere di beneficienza compiute nel nome della carità cristiana. Nonostante il Vaticano, però, esiste un modo diverso di vivere le proprie convinzioni religiose. Un modo che, fedele allo spirito del Vangelo, può essere riscoperto osservando le opere dei tanti preti scomodi attivi nelle drammatiche periferie delle capitali europee come nelle baraccopoli di tutto il mondo. Uomini in grado, con il loro esempio, di mettere in crisi le discutibili politiche varate dallo Stato della Chiesa in ambito non soltanto economico ma anche morale. Ed è proprio a loro che questa coraggiosa inchiesta di Gianluca Ferrara è dedicata.
Gianluca Ferrara Laureato in scienze politiche, è autore di opere di saggistica (Viaggio nella droga proibita, Dio non ha la barba, Incenerire i rifiuti? No, grazie) e di narrativa (Più forte del destino, Racconti transgenici). Nel 2005 ha fondato la casa editrice Edizioni Creativa e, da una collana della stessa, ha dato vita a Dissensi Edizioni di cui è direttore editoriale. É anche ideatore dello spazio solidale Con gli ultimi.
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