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venerdì 24 settembre 2010

Attenti a chiamarli Briganti! Intervento di Stefano Donno















Capone Editore è un’azienda editoriale, dotata di un catalogo di grande qualità nel quale vengono sviluppati i diversi aspetti della cultura etno/antropologica a queste latitudfini, dalla preistoria ai giorni nostri, grazie al contributo di storici e studiosi di rilievo sia indipendenti che appartenenti al mondo delle università. Vi troviamo allora non solo libri di fotografia, libri d’arte, di storia, d’architettura ma anche una variegata sezione di testi dedicati al tema del Brigantaggio e della Storia del Mezzogiorno. Non posso non fare riferimento da subito alla collana dell’editore salentino dal titolo “Carte scoperte, storie e controstorie” che ripropone testi storici e opere di narrativa, accogliendo inoltre approfondimenti, sfumature e ipotesi sia che toccano la Storia da un punto di vista delle grandi prospettive sia che scandagliano zone d’ombra della nostra cultura storica. In questa collana hanno visto la luce volumi come l’immenso “Cento anni di Brigantaggio” di Alexandre Dumas (sì proprio lui!), oppure “Il mistero del brigante” di Gianni Custodero. Ora per comprendere con pienezza di analisi e riflessioni il brigantaggio meridionale nel nostro paese a seguito della sua unità, ovviamente liberandolo da ogni fumosità ideologica, occorre calarsi nel mondo contadino che ne è il “sottobosco” culturale e sociale. Di recente pubblicazione per Capone editore, il libro “Nacquero contadini, morirono briganti” di Valentino Romano con post/fazione di Monica Mazzitelli. Le storie consegnate nero su bianco alle pagine di questo lavoro – frutto di un recupero attento e paziente in anni e anni di scavi archivistici - aprono uno spaccato gustoso, spesso inedito e insolito, su questo mondo nel quale convivono e si scontrano tutti insieme rurali e gentiluomini, idealisti e profittatori, eroi tragici, avventurieri bislacchi, briganti e soldati, vittime e carnefici, giudici e condannati, carnefici e “capri espiatori”, clero avido e monarchia intrigante: fantasmi di un Sud, palco di speranze, di illusioni e di delusioni sul quale, dopo la dissoluzione del Regno delle Due Sicilie, va in scena la nuova Italia. Il libro con una fittissima raccolta di indicazioni bibliografiche e un’attenta ponderazione dei passaggi e momenti storici che si concretizza in uno stile elegante e coinvolgente, racconta di semplici e umili contadini le cui vicende aiutano a capire il brigantaggio postunitario e la vera storia dell'Unità d'Italia. Scrive il bravo Paolo Zanetov nella prefazione al volume: “La nuvola di polvere all’orizzonte che tra grida lontane annuncia l’approssimarsi della selvaggia cavalcata dei briganti, il fumo degli spari, lo schioccare delle pallottole e il balenio delle sciabole snudate della cavalleria – sequele classiche delle cronache brigantesche – riconducono il nostro immaginario agli scontri, agli agguati, alle scorrerie ed ai colpi di mano che abbiamo visto scorrere sul grande schermo nelle pellicole d’oltreoceano dedicate alla conquista del West, da Ombre Rosse al Piccolo grande uomo. Analogamente a quella degli indiani, la minacciosa presenza dei briganti aleggia e si percepisce senza mai entrare nello specifico di una umana concretezza, atta a rendere visibili sentimenti, emozioni e sofferte ragioni dei protagonisti di quelle drammatiche vicende” Un libro utile, forse prezioso, forse necessario per capire alcune destinalità di questo sud del sud del mondo!

Titolo: Nacquero contadini, morirono briganti/Autore: Romano Valentino

Editore: Capone

Collana: Carte scoperte. Storie e controstorie/Anno di pubblicazione: 2010

Pagine: 144

email:info@caponeditore.it

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