domenica 30 marzo 2025
La cura verde per la mente. Omeopatia e fitoterapia per la cura della salute mentale di Michela Pessot (Macro Edizioni)
Scopri il potere curativo della natura per la tua mente e il tuo benessere. Stress e ansia minacciano spesso il nostro equilibrio interiore. La dott.ssa Pessot ti guida alla riscoperta della fitoterapia e dell'omeopatia per affrontare disturbi psico-emozionali come: depressione ansia insonnia stress cronico. Grazie alla comprovata combinazione di tradizione e scienza, l'autrice esplora le molteplici proprietà terapeutiche di piante come iperico, valeriana, magnolia e rhodiola rosea e molte altre spiegando come possono diventare alleate preziose per la nostra salute mentale e fisica
sabato 29 marzo 2025
Marco Sbrana* scrive Le regole dell’attrazione: il coro di Bret Easton Ellis
Ho arrancato nella neve verso casa mia, verso una fredda
camera vuota
Ne Le regole dell’attrazione,
Bret Easton Ellis – siamo nel 1987 – fa sua una regola che si ripete ai giovani
autori. L’esordio mirabolante, dicono i maestri, può essere fortuna; è con
l’opera seconda che si dimostra di essere autori. Ellis viene dalla celebrità
datagli da Meno di zero, ai tempi caso mediatico, e manifesto
generazionale. Erano, quelle di Clay, frasi brevi, una paratassi di matrice
americana volta alla rappresentazione di un certo tipo di spleen. Uno spleen
evoluto. In Meno di zero (l’esordio mirabolante) come ne Le regole
dell’attrazione personaggi annoiati, anaffettivi, tossicodipendenti.
Personaggi che non sono mai laddove sono, ma sempre e inevitabilmente altrove,
come fa notare Blair, la fidanzata, a Clay. Col suo secondo romanzo, la
promessa di Los Angeles porta all’estremo le sue ossessioni, quelle che avevano
suscitato clamore al tempo delle vicende di Clay. Radicalizza. Rinnova
conservandosi. Le regole dell’attrazione vede molti Clay che soffocano
all’interno della società dei consumi.
Il romanzo si apre come i Cantos di Ezra Pound: con la congiunzione “e”; si chiude con “e lei”. Non c’è Elpenore, non c’è Ulisse, non c’è traccia di mito, ché il mito è morto. Ma della genialata di Pound rimane, in Ellis, il senso del divenire. Le regole dell’attrazione è già cominciato prima dell’avvio e prosegue dopo che si è chiuso. Scelta coerente, come vedremo. È l’eterno divenire del dolore. Che sfugge persino alla collocazione temporale, che fagocita, che include, che rende partecipi, complici: siamo parte di una rete di voci che esprimono infelicità.
Il romanzo, come detto polifonico, è strutturato per frammenti preceduti dal nome del ragazzo o della ragazza che, dalla fantomatica università di Camden, racconta stralci di vita. Molte voci. Ma in realtà una sola. L’ho trovato fin da subito degno di nota. Mi è venuto in mente Faulkner, nella fatica sovrumana di differenziare le prime persone di Mentre morivo. Ellis ha un obiettivo diverso, e le voci non le differenzia. Fa orientare il lettore inserendo il nome del parlante, ma la voce, a livello formale, è la stessa per tutti: quella paratassi dal ritmo singhiozzante, di coordinate e subordinazione semplice che aveva avuto successo in Meno di zero. A dire cosa? Se tutti hanno la stessa lingua, c’è, tra tanti personaggi, un solo personaggio, che giocoforza è archetipico, che è il giovane adulto. Il giovane adulto di Ellis è un individuo che, per evitare di affrontare un’esistenza di disamore e un mondo inospitale, si stordisce di farmaci e droga e alcol e sesso. Per vincere il dolore, o meglio per eluderlo, occorre l’anestesia, occorre trovare tutti i mezzi possibili per non sentire più il corpo che vive, la mente che pensa, lo sguardo dell’altro.
Tre i personaggi che parlano più
spesso. Sono Sean, Paul e Lauren.
Di stortytellare in senso stretto c’è
poco. Sì, qualche linea narrativa è ora seminata e ora raccolta, ma sarebbe
contraddire l’architettura del romanzo se riassumessi questo grande coro di
giovani tossici infelici. Solo qualche indicazione.
Sean, nei suoi racconti, elenca le
ragazze con cui ha rapporti sessuali. Esistenza limitata. E lo sa. E sa che
potrebbe ambire a qualcosa di più edificante, del sesso come anestetico, come
dimostra la scena in cui, dopo un due di picche – cosa inammissibile – si
chiude in stanza e distrugge i vinili, distrugge la maniglia della porta. Per
poi tornare alla festa. Perché dentro abbiamo il male, qualcuno ci ha infettati
con la sua infelicità, qualcuno – i nostri genitori – ci ha amato troppo poco,
ma noi dobbiamo tornare nella mischia. Per il solo scopo di perderci e di
dimenticarci che esistiamo. Perché vivere è troppo.
Paul lo seguiamo nelle sue avventure
analoghe ma marchiate da una bisessualità che a tratti è segreto e a tratti viene
descritta come promiscuità. Innamorato di tale Mitchell, avrà una relazione con
Sean. Nel mezzo, prima e dopo: sesso, droga, alcol; droga, sesso, alcol; alcol,
droga, sesso.
Digressione. Spendiamo due parole su
questa ridondanza. Ellis, a differenza di quello che crede molta critica, non
mi pare amorale. La sua è certo una letteratura che sfocia o almeno tocca il
pornografico. Ma è utile capire l’effetto che creano le reiterate scene di
anestesia. Vediamo per duecento e rotte pagine dei ventenni che si annullano.
Che fanno sesso senza quasi volerlo, mirando all’orgasmo per poi tornare
sconosciuti. Che si drogano fino al vomito. Che bevono finché (così, nel primo
frammento, perde la verginità Lauren) non sono così inermi da essere
violentati. Non ci si diverte a leggere Ellis; dopo dieci pagine il lettore è
già assuefatto. Anche lui, anche il lettore è drogato, e si droga di tutte
queste immagini di vita libertina, a tal punto che esse perdono mordente,
efficacia, spinta, colore, per appiattirsi su un grigiore esistenziale che
riflette il nichilismo dei personaggi. È una pornografia, quella di Ellis,
profondamente etica: perché l’abitudine a certe scene le depotenzia e permette
la riflessione su ciò che soggiace, ossia la morte di Dio.
Torniamo a Paul. Sean, verso la fine
del libro, esemplifica quanto ho cercato di dire nella digressione appena
conclusa. Dice Paul, innamorato perso di Sean, che vorrebbe sapere chi sia,
vorrebbe conoscerlo davvero. Sean si fa portavoce del tema de Le regole
dell’attrazione quando dice (parafraso): Noi possiamo avere a che fare
l’uno con l’altro, ma tu non mi conoscerai mai.
Lauren è innamorata di Victor. Victor
è in Europa (e in Europa fa quello che i nostri fanno al college). Lauren avrà
una relazione con Sean che sembrerà spezzare il nichilismo pervasivo e
soffocante, ma si amano per poco. Dopo che Lauren annuncia la sua gravidanza,
Sean propone il matrimonio, e per un attimo il lettore crede – o spera – in
un’evoluzione, in uno scarto, in qualcosa che rompa l’eterno ritorno
dell’identico dolore. Speranza disillusa: dopo l’aborto, si salutano a
malapena. È di nuovo il vuoto.
Gli dei non esistono per una
generazione cresciuta con idoli di cartapesta, e che muore lentamente
stordendosi per sopportare quello che altrimenti sarebbe troppo: una vita senza
ancoraggi. Se non ci fossero gli strumenti per stordirsi, sballarsi, stravolgersi,
la vita colpirebbe i nostri protagonisti in un modo che riuscirebbe
intollerabile. Allora, senza l’anestesia, li aggredirebbero le loro famiglie
disgregate; la disattenzione dei genitori (già presente in Meno di zero);
l’assenza totale (non compare neanche un professore) di figure autorevoli che
possano fungere da guida; il mondo che non li accoglierà; il mondo nichilista
di Anders, il regno delle macchine, dell’uomo antiquato.
Tutti si divertono – a bere, a scopare, a drogarsi – e tutti respirano la stessa puzza di infelicità.
Non è un romanzo, come è stato detto, pornografico, eccessivo; è un ritratto fedele di quanto sia necessario trovare strategie – adattive o maladattive, non importa – per non suicidarsi.
E nel romanzo ci sono studenti che
cedono. E che decidono di morire.
Le regole dell’attrazione non si autocompiace, perché, come
detto, il possibile divertimento perverso viene disinnescato dall’assuefazione,
che conduce all’intenzione (forse) dell’autore: rappresentare una generazione
infelice.
Viene in mente Mark Renton di Trainspotting.
Se la vita non mi accoglie, se non riesco a proiettarmi in un futuro in cui
sarò parte degli ingranaggi sociali, perché mai non dovrei annullarmi, se
quell’annullamento mi procura anche piacere?
Ellis è complesso. Non che i due si
conoscano, ma non ha niente a che vedere con Galimberti e il nichilismo
giovanile da condannare; allo stesso tempo, non elogia la sfrenatezza. Compito
di un artista è mostrare. E mostra, Ellis, anche col rischio di apparire
morboso. Non condanna i suoi protagonisti ma non li elogia nel loro dissiparsi.
Li fotografa con onestà, il che incarica il lettore di farsi domande. E ci
chiediamo se forse questi ragazzi anaffettivi, sporchi, violenti, tossici, non
abbiano ragione.
Per tollerare la vita, molto spesso
ci si creano ossessioni. E si investe nel lavoro che diviene ragion d’essere.
Per tollerare la vita, insomma, ce ne si chiama fuori. E questo forse è
sbagliato, ma l’autore non educa, stabilisce legami di empatia.
Se si supera la reticenza moralista,
queste anime in coro che si alternano nel romanzo appaiono come dei poveri
cristi abbandonati dalla generazione che li ha preceduti, come dei ragazzi
rimasti bambini perché da bambini non erano amati, e che adesso pensano solo ad
arrivare a sera.
Arrivare a sera è difficilissimo. Col
Valium, diventa più facile. Se al Valium si aggiunge una birra, si dorme.
The rules of Attraction, Bret Easton Ellis, 1987
Le regole dell’attrazione, Einaudi, 1997 e 2016
Pagine: 260
Prezzo: 12euro
*Marco Sbrana è nato il 26 marzo 2003 a Milano, dove studia scrittura
creativa presso la scuola Mohole. Ha scritto un romanzo sui disturbi mentali.
Scrive su riviste di critica letteraria e cinematografica.
venerdì 28 marzo 2025
Il dilemma del carnefice di Massimo Tivoli (Giunti Editore)
Una coppia di investigatori inedita e memorabile, Gianni e Pia Lovita. Un thriller impetuoso, profondo come gli abissi più neri dell'anima, tagliente come i traumi che ci segnano per sempre.
«Questo non è un delitto. È un rito di espiazione.»
giovedì 27 marzo 2025
Risolviamo omicidi di Richard Osman, Roberta Corradin (Traduttore) edito da Feltrinelli
Dopo il successo del Club dei delitti del giovedì, sempre armato del suo inconfondibile humour e della sua ingegnosità narrativa, Richard Osman torna, per Feltrinelli, con un’avvincente storia di intrighi capace di intrattenere e far sorridere, come nelle migliori commedie degli equivoci.
«Devi lasciare quanti meno indizi possibile. È l'unica regola.»
«Potete leggere questo libro come un thriller a sfondo giallo, e la trama non vi deluderà: io, a un certo punto, sono ripartito dall'inizio e ho cominciato a leggerlo come quello che credo che sia realmente, ovvero una azzeccatissima satira sui libri e sui film di genere.» - Marco Malvaldi, La Lettura
mercoledì 26 marzo 2025
martedì 25 marzo 2025
Per Questi Motivi. Autobiografia criminale di un Paese di Giancarlo De Cataldo (SEM)
Magistrato fino al 2022 e padre nobile della crime fiction italiana, De Cataldo scrive le sue pagine più attese, ribaltando la simenoniana Lettera al mio giudice nella dolorosa confessione di chi esercita quello che è considerato il più controverso, discusso e odiato dei poteri costituzionali. Il problema non è più quello di trovare le prove, come pensava Pasolini, e nemmeno i nomi. Le une e gli altri, noi italiani, li conosciamo, almeno dai tempi di Montesi. Il problema è semmai: che uso abbiamo fatto, in tutti questi anni, di quelle prove e di quei nomi?
lunedì 24 marzo 2025
Voglio fare l'amore con te. Poesie erotiche dell'antichità classica a cura di Nicola Gardini (Ponte alle Grazie)
«Eros lascivo/ io voglio
cantare» dichiara Anacreonte. Lo prende alla lettera il poeta, scrittore,
classicista Nicola Gardini, scegliendo 61 componimenti erotici dell’antichità
greca e latina e traducendoli con la sua impareggiabile maestria: la voce dei
personaggi innamorati, o devastati dal desiderio, di duemila, duemilaseicento
anni fa, giunge a noi nitidissima, fresca, intellegibile come se fosse
contemporanea, ma non alterata. Trafigge. Voglio fare l’amore con te, è il
titolo – tratto da un altro verso di Anacreonte – della raccolta. Dei due tipi
di amore che Pausania descrive a Fedro nel Simposio di Platone – quello
sensuale, carnale, che fa derivare da Aphrodite pandemos, e quello celeste, che
eleva lo spirito, figlio di Aphrodite ouranios – qui si è scelto di andare alla
ricerca del primo. «L’amore intrinsecamente sessuale, che pretende
l’accoppiamento fisico e porta la persona a cercare il piacere a tutti i costi
e a stare malissimo se non lo ottiene. Un amore che non si governa e si insegue
fino alla pazzia o alla morte. Un amore possesso. Un amore brama. Un amore
geloso. Un amore carnale», spiega Gardini, nella prefazione.
CONTINUA QUI SUL SOLE 24
ORE rubrica La domanda a cura di Lara Ricci
domenica 23 marzo 2025
L'influencer di Matteo Renzi (Piemme)
sabato 22 marzo 2025
Gelo profondo. La nuova era glaciale di Andrea Segrè (Minerva)
venerdì 21 marzo 2025
Nasce una nuova coppia del Crime JONVALLI & FILISTRUCCHI - Romanzo CRUDELE È LA NOTTE
Giovanni Jonvalli e Mirco Filistrucchi hanno scritto un libro ispirato all'epistolario trovato nel vecchio computer di Isa Mogherini, zia di Giovanni. “Era una giornalista, sceneggiatrice e scrittrice che ha lavorato a lungo in Rai. Sorella del regista Flavio Mogherini, era una donna politicamente impegnata, femminista. Quando era ormai anziana, nei primi anni novanta mi chiese in regalo un computer perché voleva imparare ad usare quella tecnologia e quando morì, anni dopo, quel portatile in bianco e nero tornò a me, che lo lasciai infilato in uno scaffale per qualche anno. Quando per curiosità io e Mirco lo riaccendemmo, nell’archivio trovammo un epistolario, uno scambio di lettere scritte negli anni ’60 che mia zia aveva copiato sul computer e che intratteneva con un professore di Madrid, che non nomina mai. Da quello scambio, che riportava impressioni di prima mano sul regime franchista, è nata l’idea di scrivere di quel periodo”. Giovanni Jonvalli
“La Spagna dei primi anni sessanta è un momento unico, un'autentica ucronia materializzata. Guardando la cronaca di quegli anni sembra di leggere il Philip K. Dick de L’uomo nell’alto castello”. Mirco Filistrucchi
“Crudele è la notte è un noir ma è anche una finestra sul grande rimosso della storia europea più recente, quella unione di fanatismo religioso, capitalismo e fascismo che proprio in questi tempi, a 50 anni dalla morte di Francisco Franco, riecheggia in Europa e nel Mondo.
Madrid, estate 1962. Mentre la Spagna soffoca sotto il pugno di ferro del generalissimo Francisco Franco, le morti misteriose di alcuni bambini vengono archiviate troppo in fretta.
L’ispettore Florentino Abedes non è convinto della versione ufficiale: per lui, a colpire è un imprendibile infanticida. Uomo di destra, ma dai valori non negoziabili, Abedes crede a un’idea di giustizia spesso in contrasto con la legge applicata dai funzionari del regime. Così, non ci pensa due volte a coinvolgere nell’inchiesta Camilo Blanco, professore di filologia, perseguitato a causa delle sue posizioni liberali e affetto da una rara forma di narcolessia. Camilo è “l’uomo dei sogni”, capace di interpretare le visioni oniriche e scandagliare il proprio inconscio a caccia di indizi.
Sarà proprio il dono del professore, insieme alla tenacia di Florentino, a portare alla soluzione di un enigma che si intreccia con alcune indecifrabili apparizioni della Madonna nella provincia spagnola profonda, su cui ancora incombe il ricordo dell’Alzamiento di Franco (colpo di stato) e delle violenze della guerra civile
Mirco Filistrucchi Poeta, paroliere, copywriter, ha partecipato più volte a Sanremo collaborando con artisti come Homo Sapiens, Donatella Milani, Milk & Coffee, Mietta e molti altri. Fiorentino, ha diretto campagne elettorali, collaborato con agenzie di stampa e riviste e con le più importanti agenzie di pubblicità.
Giovanni Jonvalli Fiorentino, dopo un breve periodo dedicato alla fotografia di scena a Cinecittà ha lavorato per importanti agenzie pubblicitarie. Pubblicato su riviste internazionali come Reflex e Photo France, da qualche anno si è dedicato al Crime condividendo questa nuova passione con Filistrucchi. “Crudele è la notte” è il loro primo romanzo