Una scelta di lettere dal carcere di Rosa Luxemburg da cui emerge uno sguardo luminoso e commovente sulla natura. Le lettere sono corredate da alcune tavole dell’erbario in cui Luxemburg raccoglieva le piante dei cortili delle “sue” prigioni
«Così dalla mia cella sono legata con fili sottili e invisibili a mille creature piccole e grandi».
«Durante i quaranta mesi di detenzione negli anni della Prima guerra mondiale, la rivoluzionaria di origine polacca, botanica dilettante, compose un erbario con esemplari raccolti in carcere. Un esercizio di libertà, come rivelano le lettere.» - Alessandra Iadicicco
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