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sabato 25 ottobre 2025

Ritratto senza somiglianza di Georgij Ivanov - contiene il saggio Da Puskin agli specchi di Ivanov di Carmelo Claudio Pistillo (La Vita Felice)

Ritratto senza somiglianza è un libro che lascia il segno, una confessione deformata in versi. D’altra parte che tipo di somiglianza ci si può aspettare da un autore come Ivànov, che nelle descrizioni dei poeti fatte in alcune memorie e frammenti di ricordi, li raffigurava provocatoriamente con evidenti alterazioni? 
Il poeta non è esattamente un testimone oculare, un trascrittore, un fotografo o un nastro magnetico.
Il poeta, nel ricostruire quanto vissuto, ripensa a ciò che ha visto, talvolta confondendo le immagini e sovrapponendole allo scopo di mettere in luce ciò che più gli preme, la sua verità, che non è mai la verità storica e oggettiva, ma la sua verità poetica, uscita faticosamente dall’oscurità, mai dalla luce. Con la poesia la realtà muta come mutano i venti e le stagioni


Georgij Vladimirovič Ivànov: (Governatorato di Kovno 1894 - Hyères 1958), scrittore e poeta russo, è considerato uno dei più grandi poeti dell’emigrazione russa. Dopo essersi diplomato all’Accademia militare di San Pietroburgo, Ivanov cominciò a collaborare con l’importante rivista letteraria «Apollon», sostituendo il poeta e critico Gumilëv. Nel 1923 emigrò a Parigi, dove collaborò con varie riviste in qualità di poeta, giornalista e critico. Nel 1943, trasferitosi a Biarritz con la moglie, subì l’esproprio dei beni da parte dei nazisti occupanti. Dall’inizio del febbraio 1955 fino alla sua morte egli visse nella più completa miseria nell’ospizio di Hyères, vicino a Nizza


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