Margherita Porete: autrice de Lo specchio delle anime semplici – il più antico testo mistico francese – è messa al rogo dall’inquisizione (1310) avendo avuto il coraggio di scrivere, tra le varie sue audaci affermazioni eterodosse, che ogni attaccamento è deleterio; perfino quello nei confronti di Dio, ovvero di quell’idolo rassicurante a cui l’umanità si rivolge solo per ottenere qualcosa in cambio. Ma il desiderio dell’Assoluto − ci ammonisce lo Specchio − non si scosta molto dalle altre egoiche brame mondane. «Prego Dio che mi liberi da Dio» predicherà quindi, in perfetta sintonia con la nostra beghina, Meister Eckhart, dicendosi pronto ad accettare qualsiasi cosa gli accada, in un sì pieno alla vita fatto proprio anche dalla coeva Margherita. Soltanto così, svuotandosi da ogni mira e pretesa, l’essere umano può divenire − per dirla con l’Ipponense e l’Aquinate − capax dei: atto a ricevere dio. Questo farsi nulla dell’anima è dunque l’unica condizione per poter divenire colma di tutto – come ribadirà poi Giovanni della Croce – e lieta in sommo grado d’una gioia pacificatrice. Presentazione di Marco Vannini.
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