Dana Spiotta racconta la vita di una donna normale, alle prese con un mondo che va troppo veloce, con un corpo che cambia, e con la paura di non riuscire a fare la propria parte. Un libro acuto, ironico e intelligente su di noi e il nostro tempo, sull’essere donna, madre e figlia e sulla necessità di combattere, nonostante tutto, per ciò che si ama e in cui si crede.
Nei sobborghi di Syracuse, stato di New York, vive Samantha Raymond, per tutti Sam, una donna qualunque di mezza età. Bianca, benestante, di idee progressiste, è sposata con Matt, ha una figlia adolescente, Ally, e la sicurezza quasi noiosa di una vita borghese. D’improvviso, però, tutto inizia a crollare. Il primo sconvolgimento è l’elezione di Donald Trump, un evento che mette in discussione molte delle certezze di Sam. A questo si aggiungono la scoperta della grave malattia della madre e i desideri di autonomia di Ally. Inoltre, Sam ha superato da poco la fatidica soglia dei cinquanta e ha iniziato a soffrire d’insonnia, passando le notti a contemplare il suo corpo che ormai sente diverso, a pensare al passare del tempo e al futuro, che immagina fosco. Quando, quasi per caso, trova in vendita una vecchia ma fascinosa casa in un quartiere non troppo raccomandabile del centro, decide d’impulso d’acquistarla. È un tributo alla bellezza e alla storia della costruzione ma è anche un modo per fuggire dai sobborghi e dagli obblighi che la opprimono. Una reazione a una vita e a un marito che non sente più suoi, a una madre e una figlia che ama e che, per motivi diversi, sta perdendo, e soprattutto una ribellione contro se stessa, contro quello che è diventata. Una ribellione che, però, ha dentro di sé i semi e le speranze di una rinascita.
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