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lunedì 26 febbraio 2024

2014-2024. La Fondazione Lazzaretto celebra il suo Decennale

Milano, 26 febbraio 2024 – La Fondazione Lazzaretto festeggia dieci anni di attività  con grandi novità che segnano un punto di arrivo ma anche di rinnovata apertura: il Decennale, infatti, è l'occasione per dare il via a un percorso di nuovi impegni e cambiamenti, partendo dal proprio passato, grazie al libro d'artista  I Racconti della Peste, un’edizione a tiratura limitata ideata per celebrare la storia del Lazzaretto e tutti coloro che ne hanno fatto parte.

 

La Fondazione, operativa dal 2014 e radicata nel territorio meneghino in un luogo significativo come via Lazzaretto, nasce dalla visione di  Roberta Rocca e Alfred Drago, che hanno affidato a Linda Ronzoni la direzione artistica, con l’intento di creare un luogo di cultura aperto al dialogo, alla contaminazione, all’accoglienza di pensieri, di confronto e di scambio; uno spazio capace di generare progetti culturali partecipati all’insegna della sperimentazione che trovano voce e forma nelle proposte culturali che confluiscono, poi, all’interno del Festival della peste!

 

Progetti culturali, incontri e laboratori, ma anche la valorizzazione dei giovani talenti: dal 2018 il Lazzaretto, infatti, promuove il Premio Lydia, dedicato al sostegno dell’arte emergente italiana e intitolato alla memoria di Lydia Silvestri, scultrice allieva di Marino Marini, a lungo ospite degli spazi dove ha attualmente sede la Fondazione. Anche quest’anno si terrà  la VI  edizione del premio Lydia attraverso una call nazionale - a cura di Claudia D’Alonzo e in collaborazione con PAC Padiglione d’Arte Contemporanea - che sarà lanciata a marzo 2024.

 

“Questo luogo nasce da un gesto d'amore della mia nonna paterna, Andreina Bassetti. Scelse questo luogo con l'idea che io ne facessi qualcosa di speciale. Con l’aiuto prima di Alfred e poi  di Linda ho raccolto il suo mandato e seguito il suo esempio. Lei ha fatto del radicamento nel territorio una missione, e il suo punto di partenza sono sempre stati i luoghi. Costruire partendo dai muri, ha sempre detto. In questo mi ci ritrovo pienamente, e per questo ho accolto l’idea prima di una Associazione Culturale e poi di una Fondazione mettendo a disposizione spazio e risorse. Non entrando nello specifico delle questioni culturali o creative partecipo alla visione globale, affascinata dal constatare quali e quante energie si muovano e da come rispondano le istituzioni o i nostri pubblici. Questa Fondazione vuole rendere omaggio alla libertà delle idee,  non a una specifica persona o a una storia imprenditoriale." Dichiara Roberta Rocca.  

 

“Il Lazzaretto vuole essere questo: uno spazio di libertà e cura” continua Alfred Drago “Ci siamo fatti testimoni dell'amore per la storia della città e di un suo quartiere, il Lazzaretto, scegliendo un nome per la Fondazione tanto impegnativo e scomodo quanto efficace e vivo. Abbiamo raccolto l'eredità dell'amicizia tra Andreina Bassetti, che acquistò i muri, e l'artista Lydia Silvestri, che li utilizzò come atelier. Mi ricordo che si andava da lei a respirare un'aria nuova. Era uno strano connubio, tutto al femminile, che scatenava energie insospettabili. Nasce così il Lazzaretto. Chiamando a raccolta gli amici per guardarsi in faccia e tirare fuori dal cassetto energie sopite. Senza sapere dove saremmo arrivati. Nessun risultato da raggiungere, se non quello di riaprire un sentiero. Alla fine abbiamo capito questo, a noi interessano i percorsi, i processi, le camminate fatte insieme. Ci piace congiungere due punti attraverso un labirinto, convinti che le rette vie son diventate noiose e poco efficaci.” conclude il fondatore.

 

I RACCONTI DELLA PESTE, libro d'artista.  Il Lazzaretto celebra i suoi primi dieci anni attraverso un inedito libro d’artista - I Racconti della Peste un'edizione preziosa e a tiratura limitata in cui  i testi sono accompagnati da immagini riprese da volumi di tassonomia, atlanti e cataloghi storici. Come la parte scritta anche quella visiva conduce in un viaggio: la fascinazione che gli uomini hanno avuto nei secoli per la catalogazione, la classificazione e la sistemazione organica del sapere fino ad arrivare ai confini dell’inevitabile vertigine dell’illimitato e dell’intangibile. I racconti della Peste è un oggetto-libro che, come da tradizione nelle proposte del Lazzaretto, non è completo senza una partecipazione attiva, senza un mettersi in gioco da parte del lettore/fruitore, invitato a intervenire sulla copertina con timbri e inchiostri.  “Il libro raccoglie 27 racconti che partono dalla domanda: che cos’è la Peste? e si muovono tra una dimensione di indagine empirica, filosofica, ontologica e una dimensione intima, autobiografica, privata. Da Freud a Mike Buongiorno, da Kandinsky allo Stregatto di Alice, si parla di caos, di cadute, di cani randagi, di maionesi impazzite, di colori fuori dai contorni, con l’intento più di perdersi che di ritrovarsi”  commenta Linda Ronzoni.

 

CLUB DEI PESTIFERI. Il Decennale è anche l’occasione per riflettere insieme sulle modalità di fruizione dei progetti culturali. Durante la serata del 29 febbraio sarà presentato il Club dei Pestiferi, uno spazio privilegiato a cui accedere per partecipare attivamente alla progettazione culturale del Lazzaretto. Una richiesta di coinvolgimento attivo sostenendo le attività della Fondazione per promuovere un sistema consapevole di crescita individuale e collettiva, attraverso processi di partecipazione e contaminazione.

 

La storia: Il Lazzaretto e la Peste. Costruito come ricovero per i malati di peste, storicamente il Lazzaretto era il luogo del confinamento e dell’isolamento, il luogo della separazione dal resto del mondo. I cancelli del Lazzaretto rappresentavano un confine invalicabile, all’interno del quale l’appestato veniva diviso dai sani: le mura separavano il dentro dal fuori, nell’illusoria convinzione di poter contenere in questo modo ogni potenziale conflitto e contagio.

 

“Parlare di Peste, oggi, significa per noi, provare a stare sul filo di quel confine, provare a ritornare alla radice della parola di-visione e quindi a una doppia visione: uno sguardo aperto, capace di combinare logica e immaginazione, approccio scientifico e trepidazione, in un’investigazione inflessibile di tutti quegli aspetti non normati e non pacificati dell’esistenza umana, per ampliare la propria percezione di sé e del mondo. E come lo abbiamo fatto? provando, sbagliando e sperimentando, definendo un metodo che sollecita interrogativi personali e collettivi”. Il Lazzaretto



INFORMAZIONI

Fondazione Il Lazzaretto
Via Lazzaretto 15 - 20124 Milano Tel. +39 0245370810

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