Un cumulo di menzogne, fughe,
infingimenti. Questa è stata la sua vita. E adesso che è arrivato alla
fine, Leonard Fife ha deciso di abbassare la maschera e raccontarla. A
trent'anni da Il dolce domani e a dieci dall'ultimo romanzo, l'atteso ritorno di uno dei piú importanti narratori americani.
Ha passato una vita a raccontare storie vere, a girare documentari che
ne hanno fatto un'icona, al punto che in Canada, dove risiede da
decenni, Leonard Fife è considerato una sorta di monumento nazionale. Il
suo primo lavoro ha smascherato la collusione tra il governo canadese e
quello americano allo scopo di testare il famigerato Agent Orange. La
sua ultima intervista dovrebbe essere la celebrazione di una vita
straordinaria. L'amata moglie Emma, i suoi allievi, i suoi tecnici sono
riuniti al suo capezzale per ascoltare, dalle sue labbra, come abbia
cambiato il cinema documentario. Ma Fife, seppure posto davanti alla
macchina da presa e non dietro, finisce per appropriarsene. E quella che
racconta per la prima volta è la sua vera storia. Muovendosi agile nel
tempo, ricostruisce la trama di fughe e tradimenti, di bugie e viltà che
ne hanno fatto l'uomo che è, una sorta di eroe. Un'immagine idealizzata
che Fife è deciso a distruggere.
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