Londra, settembre 1914
«Le mie mani non tremano mai. Sono una
chirurga, ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me:
madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo
dell'indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete
vite su vite. Quando una notte ricevo una visita inattesa, comprendo di
non rispondere soltanto a me stessa. Il destino di mia figlia, e forse
delle ambizioni di tante altre donne, dipende anche da me. Flora e
Louisa sono medici, e più di chiunque altro hanno il coraggio e
l'immaginazione necessari per spingere il sogno di emancipazione e
uguaglianza oltre ogni confine. L'invito che mi rivolgono è un
sortilegio, e come tutti i sortilegi è fatto anche d'ombra. Partire con
loro per aprire a Parigi il primo ospedale di guerra interamente gestito
da donne è un'impresa folle e necessaria.
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