Pietro vive con Teresa un amore tempestoso. Dopo l'ennesimo litigio, a
lei viene un'idea: raccontami qualcosa che non hai mai detto a nessuno –
gli propone –, raccontami la cosa di cui ti vergogni di piú, e io farò
altrettanto. Cosí rimarremo uniti per sempre. Si lasceranno,
naturalmente, poco dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per
quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme. Cosí,
quando Pietro incontra Nadia, s'innamora all'istante della sua ritrosia,
della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle
nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l'ombra di quello
che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento: «Attento a te».
Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà
minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro
non potrà mai piú dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia
sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. O è lui che
continua a cercarla? Dopo il successo internazionale di Lacci e
Scherzetto , Domenico Starnone aggiunge una pagina potente al suo lavoro
di scavo sull'ambivalenza delle persone e delle relazioni. Con uno
sguardo insieme complice e distaccato, e la leggerezza lancinante che
possiedono soltanto le grandi narrazioni, ci racconta di un uomo
inadeguato a se stesso e alle proprie ambizioni. Ma in realtà ci
racconta di noi, di quanto sismico sia il terreno su cui si regge la
costruzione della nostra identità.

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