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giovedì 30 aprile 2020

Seingalt. Il re e il libertino di Lapo Sagramoso (La Torre dei Venti)

Cosa fareste se vi fosse permesso di beffare la vostra morte? Come impieghereste l'inaspettato regalo di una seconda vita? Non provereste a realizzare, in questo tempo sussidiario, i vostri sogni più segreti? Così la pensa Casanova che, un po' per fortuna, un po' grazie al suo proverbiale ingegno, si trova - già avanti con gli anni - a sopravvivere a se stesso. Un nuovo nome, una nuova identità e una cospicua vincita al gioco gli consentono una libertà prima sconosciuta: eccolo tornare al suo antico ruolo di spia, eccolo invischiato in intrighi e amori, viaggi e follie, in caccia della sua Grande Impresa, quella che ha vagheggiato per tutta la vita. L'occasione arriverà e costringerà l'avventuriero veneziano ad abbandonare tutto ciò che ama: il Settecento aristocratico, con la sua irresponsabilità, il suo bon vivre, le sue arguzie, per spingersi in Francia, squassata dagli orrori della rivoluzione sanculotta. A che scopo? Non vogliamo qui anticiparlo. Vi ricorderemo però che a Parigi regna il terrore, che il re e la famiglia reale sono prigionieri alle Tuileries e che nella place de la Revolution la ghigliottina lavora giorno e notte. «Leggete il libro,» vi direbbe il vecchio e saggio cavaliere di Malta Barthélemy, bibliotecario del Tempio, «attentamente.»

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