La leggenda di Arturo Benedetti Michelangeli comincia con la frase che
il grande Alfred Cortot pronunciò quando il diciannovenne pianista di
Brescia vinse il Concorso di Ginevra: “È nato un nuovo Liszt”. Se non
propriamente un nuovo Liszt si era rivelato in quel momento uno tra i
maggiori genî che il pianoforte abbia conosciuto. Ma la carriera di
Arturo Benedetti Michelangeli non fu soltanto un tranquillo susseguirsi
di trionfi: i trionfi vennero invece conquistati pagando un prezzo
durissimo in termini di perenne ricerca della perfezione, di una
perfezione che si collocava al limite estremo, e forse oltre, delle
capacità umane. Una vita gloriosa e tormentata, una battaglia costante
per superare se stesso, un destino di infelicità segnano il cammino di
un artista al quale faceva difetto una sola delle molte qualità che
secondo Ferruccio Busoni sono necessarie al concertista, il “dominio
sulle proprie sensazioni in condizioni di ambiente irritanti”.
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