Massimiliano Virgilio ha scritto un romanzo
che non fa sconti, la storia dei "ragazzi di vita" di questo nostro
tempo dilaniato e instabile. Racconta l'esistenza così com'è, rendendo
universali i dettagli, con il coraggio di chi parla del cuore oscuro
delle cose. Insieme a Han siamo tutti invisibili, siamo creature pronte a
crescere a qualsiasi costo.
La donna si fa chiamare
Leonessa. È lei a mandare avanti una casa famiglia illegale nella
periferia napoletana, dove vivono i figli dei clandestini che possono
permetterselo. Sta contando delle banconote, mentre alle sue spalle un
dobermann ringhia legato alla catena. Liu deve lavorare fuori città e
non può tenere suo figlio con sé: paga, lo lascia e se ne va. Han ha
quattordici anni ed è cinese, almeno così c'è scritto sul passaporto. Da
quel momento iniziano i risvegli nella campagna imbastardita oltre
l'aeroporto di Capodichino, dove gli aerei decollano verso mete ignote.
Lì, nel cortile, Han incontra l'ucraino Dimitri e il senegalese Ismail,
che gli insegnano a rubare magliette di Messi al mercato di Poggioreale.
E poi c'è Nina, una sbavatura di inaudita meraviglia su quel quadro di
cemento e spazzatura. Loro sono i figli di nessuno. Sono gli invisibili,
i "fantasmini". Sono i fiori senza radici, quelli che, però, sono
disposti a tutto per prendersi la loro terra.Quando Manuel, il figlio
della Leonessa, esce dal carcere e vuole ritornare nel giro, trascinando
Han in un vortice di violenza senza uscita, nel cuore del ragazzo il
desiderio di salvarsi si risveglia e diventa sempre più feroce. Ma non
c'è salvezza che non sia condivisa, anche se il prezzo da pagare rischia
di essere troppo alto.
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