Germania 1936: due notti indiavolate, trascorse tra feste eleganti e
chiassose birrerie. Una diciannovenne come tante e con una gran voglia
di ridere si ritrova a decidere della propria esistenza, mentre il rombo
della folla, «profondo, roco e un po' stanco», acclama Hitler che sfila
in corteo lungo le strade della città. In un tempo in cui il desiderio
di vita non può che trasformarsi in necessità di fuga, lo sguardo
svagato di Sanna coglie con irriverente grazia intrighi, tragedie,
violenze e amori di un'indimenticabile compagnia di resistenti loro
malgrado. Incontriamo così il malinconico Franz, con il quale Sanna
vagheggia un futuro di tenera libertà, e poi la smaliziata Gerti, con la
sua passione proibita per l'ebreo Dieter, e ancora il mediocre
scrittore Algin, i cui inoffensivi successi attirano d'un tratto
l'attenzione della censura, e il giornalista Heini, fin troppo lucido e
affezionato al proprio cinismo. Con "Dopo mezzanotte" - scritto nel 1937
allo stesso tavolino su cui Joseph Roth stava componendo "La Cripta dei
Cappuccini" - Irmgard Keun ha raccontato in presa diretta, e con
un'ironia a maggior ragione stupefacente, quella meschinità che produce e
alimenta i regimi di ogni tempo, regalandoci un prodigio di densità e
leggerezza.
Nessun commento:
Posta un commento