Redatto tra l’autunno del 1859 e il 21 marzo dell’anno successivo, Il mulino sulla Floss venne pubblicato per la prima volta nel 1860 dall’editore William Blackwood.
«Un
quarto di secolo prima della Morte di Ivan Il’icˇ, George Eliot ha
centrato esattamente la natura specifica, e irrinunciabile,
dell’immaginazione letteraria: che è la scienza del singolo individuo,
considerato come un viluppo di “circostanze” irripetibili, la cruna
dell’ago attraverso cui deve passare ogni valore, ogni giudizio, ogni
astrazione del mondo, deformandosi e diventando verità» - Emanuele Trevi
Osannato da Henry James come uno dei romanzi con i protagonisti
giovani «most successful», più riusciti della scrittrice britannica;
amato da Marcel Proust, Il mulino sulla Floss è la quarta opera firmata George Eliot, pseudonimo di Mary Ann Evans. La prima era stata Scene di vita clericale,
apparsa nel 1858, in piena epoca vittoriana, quando i rigidi codici
morali del tempo non perdonavano a Mary Ann di vivere more uxorio con un
uomo già sposato, il filosofo George Henry Lewes. La scrittrice fu
costretta a scegliere uno pseudonimo maschile, come quelli preferiti
dalle sorelle Brontë, ma tempo dopo, quando i suoi libri ebbero uno
strepitoso successo, finendo persino sul comodino della regina Vittoria,
Mary Ann Evans non nascose più di essere George Eliot. Il lavoro narra
la storia di Tom e Maggie Tulliver, fratello e sorella che crescono in
un mulino sulle sponde della Floss – un fiume frutto dell’invenzione
dell’autrice –, in una terra di confine dove, come scrive Emanuele Trevi
nell’introduzione alla presente edizione, «si fronteggiano senza
possibilità apparenti di compromesso forze antagoniste: da un lato le
convenzioni della società in cui [Maggie] vive e gli obblighi di fedeltà
alla famiglia (incarnati da Tom); dall’altro i richiami del sentimento e
il diritto scandaloso a cercare la propria felicità in un mondo che si
tappa le orecchie ai richiami del cuore». Mostrando, in tal modo,
l’educazione sentimentale di una giovane donna che non può fare,
appunto, a meno di prestare ascolto ai richiami del cuore, George Eliot
consegna alla letteratura di ogni tempo un personaggio femminile eterno,
in cui si combattono mirabilmente «le ragioni collettive e quelle
individuali». La presente traduzione, a cura di Alessandro Fabrizi, è
stata condotta sul testo curato da Antonia Byatt per la Penguin nel
1979, che ha collazionato la prima edizione con il manoscritto
conservato nel British Museum, recuperando parole dialettali, termini
scientifici ed espressioni che erano state espunte dall’edizione
Blackwood. Il lettore italiano può accedere così per la prima volta alla
versione originaria di uno dei capolavori della storia della
letteratura.
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