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venerdì 4 marzo 2016

DAVID BOWIE. L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA, A cura di Pippo Delbono (EDIZIONI CLICHY)

























David Bowie ci ha appena lasciati e sarà difficile fare a meno di lui. Forse più di chiunque altro il «Duca Bianco» è riuscito, nei suoi quasi cinquant’anni di incredibile carriera, a incidere sul costume, sulla moda, sull’immagine, sull’arte, sulla cultura e sulla musica dei nostri tempi. Senza mai assumere il ruolo di rockstar, spiazzando ogni volta il mondo con i suoi mutamenti, David Bowie ci ha accompagnati come uno strano fratello o come un angelo venuto da un altro mondo, e con i suoi mutamenti e i suoi esperimenti ha demolito i generi e le identità sessuali, ha ispirato almeno tre generazioni di musicisti, ha influenzato le tendenze artistiche, ha anticipato spesso di decenni tutti i successivi movimenti musicali, esplorando terreni sconosciuti, ma anche raccontando i sogni e le paure di tutti noi. Scrive Pippo Delbono nella sua introduzione a questo volume: c’è sempre l’amore nelle canzoni di David Bowie, come del resto si potrebbe dire che l’amore c’è sempre in tutte le canzoni, anche nelle canzonette. Ma in Bowie come nei «grandi» della storia l’amore è un amore che non scappa dalla trasgressione, dalla ribellione. Un amore libero. E quindi eterno. Sacro.
«Ho sovvertito l’ordine del tempo, ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l’ho fatto per te. Non ti sembra abbastanza generoso?»

Pippo Delbono - Negli anni 80 inizia  gli studi di arte drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito   all’incontro  con Pepe Robledo,  un attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre (formazione teatrale attiva in Sud America negli anni 70 che utilizzava la creazione collettiva come mezzo di espressione  e di denuncia della dittatura in Argentina). Nel corso di un’importante carriera nel mondo del Teatro Pippo Delbono diviene uno dei più fervidi protagonisti dello spettacolo. Impossibile riassumere in poche righe la sua biografia, ma ci piace sottolineare come la sua Compagnia, Delbono, è stata ospite di diversi festival teatrali internazionali tra cui il Festival di Avignon, che l’ha accolta per quattro volte co-producendo lo spettacolo Urlo, e come, nel tempo, molti teatri hanno dedicato retrospettive agli spettacoli della Compagnia, fra questi: il Théâtre du Rond Point di Parigi, il CCB di Lisbona, il Palais des Beaux Arts di Bruxelles, il Berliner Festpiele di Berlino, il Festival di Otono di Madrid. L’Enrico V,  è stato rappresentato  alla Royal Shakespeare Company di Stratford-upon-Avon. La Compagnia Delbono ha fatto tappa in più di cinquanta paesi al mondo rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.

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