All’appello che nel
1095 Urbano II rivolse da Piacenza agli italiani e da Clermont ai francesi,
risposero entusiasti principi, vassalli, scudieri e ribaldi. Salvare la
cristianità dalla più barbara e fanatica ondata musulmana, riportare i
cristiani d’Oriente alla fratellanza con i cristiani d’Occidente, ricreare un
unico ovile sotto un unico pastore: questo era il programma bandito da Gregorio
VII e in seguito dal suo successore Urbano II. La società europea si stava
organizzando attorno a Roma papale, erede e continuatrice di Roma imperiale; un
nome, Gerusalemme, rappresentava per tutti il simbolo del grande programma.
La liberazione del
Santo Sepolcro significava la sintesi di tutta una fede, di una vita di
dedizione e abnegazione. Nel corso dei decenni, con le loro passioni, gli
egoismi e le cupidigie, papi e principi corruppero questi ideali di
rinnovamento ma crearono la storia dell’Europa medievale e moderna. Le
crociate, quindi, non furono soltanto un episodio di fanatismo sterile e di
avidità grossolana, ma rappresentarono anche la realizzazione, spesso distorta,
di alti pensieri, di nobili sentimenti vissuti non solo da aristocrazie feudali
o sacerdotali, ma da popoli interi. Francesco Cognasso, uno dei maggiori
storici italiani e dei massimi esperti del periodo, ha scritto su questo vasto
argomento un’opera definitiva e insuperata, sulla base di una rigorosa
documentazione e di una complessa indagine analitica, ricca di notazioni di
estremo interesse per il lettore che osserva svolgersi sotto i propri occhi un
grandioso, splendente affresco storico. Letteratura, arte ed economia in Europa
portarono e portano l’impronta dei sacrifici fatti in nome di Gerusalemme, del
Sepolcro di Cristo.
Francesco
Cognasso (1886-1986)
è stato uno dei maggiori storici italiani. Professore di Storia medievale
presso l’Università di Torino, preside della facoltà di Magistero di Torino
dove insegnava Storia moderna. Dichiarato professore emerito. Tra il 1930 e il
1934 direttore della Rivista storica italiana, presidente della Deputazione
Subalpina di Storia Patria, direttore del Bollettino storico-bibliografico
subalpino e consigliere del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo. Socio
dell’Accademia delle Scienze di Torino, socio nazionale dell’Accademia dei
Lincei, presidente della Mostra storica organizzata in occasione del Centenario
dell’Unità d’Italia, nel 1961. La città di Torino gli ha intitolato una
biblioteca civica.
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