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martedì 14 aprile 2015

L'antiesorcista di Paolo Grugni (Novecento Editore). Intervento di Nunzio Festa



Quando c'innamorammo, grazie al romanzo "La geografia delle pioggie", edito da Laurana, della scrittura di Paolo Grugni, avevamo capito della bravuta dell'autore. Ché lo scrittore Paolo Grugni ha una capacità di linguaggio che fortunatamente ancora si trova in opere d'autori e autrici considerati minori soltanto perché non pubblicano con marchi di prima grandezza in numeri. E visto come anche con l'ultimo "L'antiesorcista", visto si tratta d'un thriller puro (genere da noi non troppo frequentato e 'considerato'), c'ha appassionato, adesso siam certi che seguiremo sempre e comunque questo scrittore. L'ambientazione soprattutto romana del libro aiuta la trama. In quanto è in grado di contestualizzare con precisione come e da dove, soprattutto, ci sia in ogni caso un punto preciso dal quale la volontà di dominio s'espande. Luogo non ridotto ma anzi sicuramente ampliato negli uffici del potere della Chiesa. Che non son chiese, ovviamente. Josh Maine nasce esorcista. Ma un uomo di buona volontà gli farà capire quanto queste pratiche arcaiche d'esorcismi siano l'esatto opposto del volere di dio. Tra rimandi a fatti di cronaca e personaggi fatti diventare dall'autore carne e ossa, Grugni poi sviluppa una necessità di vendetta posizionata nella psicologia del protagonista del libro. Facendo, in virtù di questo, volare la trama dai bassifondi degli accordi e dei segreti di porporati e similari all'altezza della sensibilità e dell'amore assoluto d'un uomo deciso a rifare la vita. Con la scusa della fede, i vecchi del Vaticano assicurano con forza e tenuta il laccio intorno al collo degli ignoranti. Con loro, poi, santoni e santini buoni a farsi soldi nelle sfumature di questa potenza imposta. Vedi, ancora, tutti quei venditori di bugie praticanti attualmente nella galassia della creduloneria sostenuta da donazioni uguali a furti di tutti i furbi e di tutte le furbe esistenti. Si provi ad andare in Puglia ecc... Grugni con quest'opera, inoltre, si scaglia senza mezzi termini quindi contro "gli esorcistici che inventano il Diavolo per dar vita alle proprie personali perversioni oltreché per osteggiare la scienza, la psicologia" (Iannozzi). I richiami letterari sono evidentemente tanti. Epperò Paolo Grugni si batte "anche contro i rifiuti tossici nascosti dalla Chiesa, contro le antenne di Radio Vaticana, contro l’ipocrisia dei Vangeli tutti scritti da persone che mai conobbero quel Cristo che si dice sia morto in croce all’età di trentatré anni" (Iannozzi). Questo libro si legge facilmente. Ma aumenta così tanto la rabbia nei confronti della parte cattiva della Chiesa Cattolica, da farci provare vivo disgusto.

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