Quando c'innamorammo,
grazie al romanzo "La geografia delle pioggie", edito da Laurana,
della scrittura di Paolo Grugni, avevamo capito della bravuta dell'autore. Ché
lo scrittore Paolo Grugni ha una capacità di linguaggio che fortunatamente
ancora si trova in opere d'autori e autrici considerati minori soltanto perché
non pubblicano con marchi di prima grandezza in numeri. E visto come anche con
l'ultimo "L'antiesorcista", visto si tratta d'un thriller puro
(genere da noi non troppo frequentato e 'considerato'), c'ha appassionato,
adesso siam certi che seguiremo sempre e comunque questo scrittore.
L'ambientazione soprattutto romana del libro aiuta la trama. In quanto è in
grado di contestualizzare con precisione come e da dove, soprattutto, ci sia in
ogni caso un punto preciso dal quale la volontà di dominio s'espande. Luogo non
ridotto ma anzi sicuramente ampliato negli uffici del potere della Chiesa. Che
non son chiese, ovviamente. Josh Maine nasce esorcista. Ma un uomo di buona
volontà gli farà capire quanto queste pratiche arcaiche d'esorcismi siano
l'esatto opposto del volere di dio. Tra rimandi a fatti di cronaca e personaggi
fatti diventare dall'autore carne e ossa, Grugni poi sviluppa una necessità di
vendetta posizionata nella psicologia del protagonista del libro. Facendo, in
virtù di questo, volare la trama dai bassifondi degli accordi e dei segreti di
porporati e similari all'altezza della sensibilità e dell'amore assoluto d'un
uomo deciso a rifare la vita. Con la scusa della fede, i vecchi del Vaticano
assicurano con forza e tenuta il laccio intorno al collo degli ignoranti. Con
loro, poi, santoni e santini buoni a farsi soldi nelle sfumature di questa
potenza imposta. Vedi, ancora, tutti quei venditori di bugie praticanti
attualmente nella galassia della creduloneria sostenuta da donazioni uguali a
furti di tutti i furbi e di tutte le furbe esistenti. Si provi ad andare in
Puglia ecc... Grugni con quest'opera, inoltre, si scaglia senza mezzi termini
quindi contro "gli esorcistici che inventano il Diavolo per dar vita alle
proprie personali perversioni oltreché per osteggiare la scienza, la
psicologia" (Iannozzi). I richiami letterari sono evidentemente tanti.
Epperò Paolo Grugni si batte "anche contro i rifiuti tossici nascosti
dalla Chiesa, contro le antenne di Radio Vaticana, contro l’ipocrisia dei
Vangeli tutti scritti da persone che mai conobbero quel Cristo che si dice sia
morto in croce all’età di trentatré anni" (Iannozzi). Questo libro si
legge facilmente. Ma aumenta così tanto la rabbia nei confronti della parte
cattiva della Chiesa Cattolica, da farci provare vivo disgusto.
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