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lunedì 20 aprile 2015

Il globo puntiforme. Breve storia delle rivoluzioni nelle comunicazioni del Prof. Roberto Finzi (Odoya)



Quando si tratta di argomentare Finzi è un mattatore, per questo il suo pamphlet sulle rivoluzioni nelle comunicazioni è molto simile a quelle lezioni universitarie interessanti, affascinanti e chiare nella consecutio causa-effetto che si ricordano per lungo tempo. La “galassia Gutenberg” e quella Internet si fondono in un’unica storia che collega le innovazioni nei mezzi di trasporto, nelle relazioni commerciali, nella tecnica e nella tecnologia dei mezzi di comunicazione. Le informazioni che venivano veicolate in un libro stampato dopo il 1457 viaggiavano più veloci di quelle scritte dagli amanuensi (basti pensare al peso dei codici miniati) e la radio era uno strumento di propaganda estremamente più completo di un manifesto affisso al muro. Per questo il globo nei secoli è diventato puntiforme: l’informazione viaggia oggi alla velocità del pensiero, cosa impensabile anche nel secolo delle grandi scoperte tecniche, l’Ottocento. Ma le scoperte hanno anche avuto un loro determinante lato politico e se il mercato globalizzato è andato a braccetto con lo sviluppo della rete militare ARPANET in quella che è l’odierna Internet, questa non è il campo, come alcuni vorrebbero, della realizzazione della democrazia. La rete ha anche fondato la possibilità di diffondere menzogne e idee malsane (come quelle dei pedofili oppure dei fondamentalismi a caccia di adepti) senza contare che permangono interi gruppi sociali che non hanno accesso alla rete stessa. Se la visualizzazione mentale della diffusione dei libri, delle tipografie e delle prime case editrici, oppure la nascita dei dagherrotipi o delle schede forate è piacevole come l’ascolto di una sinfonia, i toni che accompagnano la descrizione (un po’ orwelliana) della società attuale sono più acuti e pongono degli interrogativi sul futuro della stessa cognizione umana non sempre rilassanti.
«Tecnologia non fa rima con eguaglianza», sostiene Finzi e conclude questa sua breve storia dedicata alla nipotina Sofia con un appello: «passare dalla globalizzazione all’universalizzazione attraverso tre grandi valori guida: pace, valorizzazione delle differenze, solidarietà».
 Roberto Finzi ha insegnato Storia economica, Storia del pensiero economico, Storia sociale negli atenei di Bologna, Ferrara e Trieste. E tiene molto a ricordare gli anni giovanili passati a insegnare nelle scuole medie e medie superiori. Ha pubblicato con alcune tra le maggiori case editrici e su numerose riviste. Ha inoltre collaborato con diverse testate giornalistiche, da L’Unità al Corriere della Sera, da Il Piccolo a Il manifesto, da Rinascita a Diario. I suoi lavori sono stati editi, oltre che in Italia, in Argentina, Brasile, Cina, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Spagna e Stati Uniti. Ha interessi molteplici, come mostrano i suoi più recenti volumi: Il pregiudizio. Ebrei e questione ebraica in Marx, Lombroso, Croce (Bompiani 2011); Marzo 1943 “ un seme della Repubblica fondata sul lavoro” (Ceuls- Clueb 2013); L’onesto porco. Storia di una diffamazione (Bompiani 2014).

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