Firenze, 6 agosto 2014
- Settant’anni fa, nella prima metà d’agosto, il quartiere fiorentino
d’Oltrarno fu il luogo della prima liberazione dai tedeschi e dal fascismo.
Molte le date memorabili. Dopo la distruzione dei ponti sull’Arno, avvenuta tra
il 3 e il 4 agosto 1944, arrivano a Porta Romana le prime avanguardie alleate:
è la mattina del 4. L’8 muore Potente (al secolo Aligi Barducci) comandante
della divisione Arno che coordinava le formazioni partigiane scese dal
Pratomagno: sta predisponendo il rastrellamento dei franchi tiratori assieme
agli ufficiali canadesi, quando un colpo di mortaio lo ferisce a morte. Anche
questo fatto avviene in Oltrarno e precisamente in piazza Santo Spirito, dove
ogni anno in quella data si svolge una cerimonia commemorativa. L’11 agosto,
giorno dell’insurrezione generale, è stata ormai assunta come data della
liberazione cittadina. Ma fino al 13 agosto gli alleati non riusciranno ad
attraversare il fiume e solo il primo settembre, con la liberazione di Fiesole,
la situazione tornerà definitivamente tranquilla a Firenze. In occasione della
ricorrenza l’editore Carlo Zella, in collaborazione con la Sezione ANPI
Oltrarno, pubblica oggi un approfondito studio sull’antifascismo popolare nel
quartiere fiorentino d’Oltrarno, visto come microcosmo rappresentativo di un
importante capitolo della Storia d’Italia. Antifascismo e Resistenza in
Oltrarno: storia di un quartiere di Firenze (illustrato, pp. 224, €18) è il
frutto di dieci anni di appassionate ricerche di Stefano Gallerini, nato nel
1962 e residente a Firenze, proprio in quel quartiere considerato da molti il
più vivo e autentico della città. Laureatosi in Lettere e Filosofia nel 1990,
ottenuta una borsa di studio presso la Fondazione Einaudi per compiere ricerche
di storia sociale, Gallerini insegna dal 1996 storia e filosofia nelle scuole
superiori. Con questa pubblicazione egli colma una sorprendente lacuna
bibliografica e, come afferma in un testo introduttivo il professor Simone Neri
Serneri, docente di storia contemporanea all’Università di Siena, «ci consente
di guardare all’estate del 1944 con la consapevolezza che deriva dalla
conoscenza storica e dall’adozione di una insolita prospettiva di lungo
periodo». La prima parte, dedicata al rione e al suo tessuto sociale, interessa
il periodo che va dal 1861 al 1921. Arricchite da statistiche, censimenti, dati
sull’urbanistica, sulle condizioni di vita e sul mondo dei mestieri e delle
professioni, queste pagine forniscono al lettore gli strumenti necessari a
interpretare e contestualizzare il periodo successivo. La seconda e la terza
parte (1922-1939, 1940-1944) affrontano infatti il ventennio fascista: inseriti
nella più ampia cornice storica, troviamo qui aneddoti e fatti di cronaca,
episodi di lotta armata, disubbidienza, renitenza alla leva, resistenza
passiva, tratti anche da giornali e bollettini periodici dei vari gruppi:
vicende collettive e di singoli protagonisti fino ad oggi poco conosciute.
Basata su documenti per lo più inediti, esposta con rigore e perizia ma con lo
stile appassionante di un grande romanzo corale, la storia del quartiere
diventa l’emblema della storia italiana.
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