Alle volte le aspettative dalla
vita sono tante, succede che ti deludano così come abbattono ogni tua sicurezza
e motivo di speranza.
Antonella Marotta non ha
rinunciato a niente di tutto questo, ha combattuto e ancora continua a farlo -
portatrice di un amore - quello puro, solido, incommensurabile: l'amore per i
propri figli, il proprio uomo. “Io sento in me un amore travolgente, lo sento
dentro di me come una cascata, avverto il rumore, mi è vicino, molto vicino,
come fai a non sentirlo?”. Marotta lo sente, lo percepisce, lo vive, se pur nel
dolore, lo apprezza.
“Il bastone fiorito” vuole
essere una raccolta di germogli, di sogni forse perduti, di desideri; un diario
che comprende poesie, filastrocche, prosa: un mix vincente in una vita
travagliata quale sembra essere quella dell'autrice.
Un'esistenza attorniata di
solitudini, di silenzi, di cocci da sistemare per continuare una vita che non è
più quello che chiedeva, che si aspettava. Una forza di volontà disumana
trapela dalle righe di Antonella Marotta, vincente a ben vedere.
Si legge: «... Nella chiara
tristezza che vela il mio cuore / riapro ancora il mio “corriere di bordo” ...»
(p. 67) e ancora «Solitari pensieri /
emozioni turbate / sentimenti violati. / Vorrebbe il cuore giacere / per
cullarmi / e ritrovare nel dolce ricordo / quel battito d'amore». (p. 65).
Battono i versi seguendo il palpitio del cuore, batte forte quello dell'autrice
ed è evidente nell'espressione palpabile di “Il bastone fiorito”.
Certamente l'indifferenza, la
fretta, il chiasso possono comportare una perdita del senso e del significato
della vita ed è questo che percepisce l'autrice; per tal motivo, cerca di
riprendere le redini del destino e aggiustarne il tiro. Non è dato saperlo se
ci sia riuscita, rilevante è il fatto che abbia avuto il coraggio di scrivere,
di parlare di se stessa, di gridare l'incapacità di comunicare, e nonostante
tutto provare a farsi capire, a comprendere, a capirsi.
Ritorna alla mente Alda Merini e
la vita travagliata alla quale è stata costretta a subire per un lungo periodo:
l'indifferenza, il dolore, la solitudine; nulla però ha scalfito la sua forza,
quella di amare, innamorata dell'amore e della poesia più di ogni altra cosa al
mondo è riuscita a vincere e a detenere lo scettro. Sono dei doni, delle
qualità che pochi hanno come Antonella Marotta e sono un pregio inestimabile.
Pertanto prova persino a definire
la felicità e scrive: «Felicità, / un battito d'ali / felicità / un sogno
proibito. / La buffa testina di un neonato / corse in un cielo di fiato. / Gli
sguardi di due innamorati / raggi di
sole fatati / un calore, un sapore, un fiore, / l'amore». (p. 131).
La scrittura semplice e intensa
della Marotta non si può non amarla e comunicarle la comprensione, la presenza
di esserci, vivere e brillare con la propria luce quale essa si riesca a
emanare. Ogni stella è parte di un firmamento.
Giuliana Coppola ha scritto nella
nota introduttiva del libro “di aver sfogliato piano il libro, per non far del
male, senza disturbare il respiro dell'anima, per non sciupare la dolcezza di
un sogno che ha finalmente trovato il coraggio di raccontare a se stesso,
dapprima, e poi al resto del mondo”.
Ecco questo è l'atteggiamento più
consono da tenere da chiunque voglia approcciare alla lettura di “Il bastone
fiorito”. Occorre estrema delicatezza e cura per assaporarne la
magnificenza dell'amore e la bellezza della scrittura in versi e prosaica di
Antonella Marotta.
Nessun commento:
Posta un commento