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mercoledì 12 marzo 2014

Terra muta di Gianni Lannes (Pellegrini - Cosenza, 2013). Intervento di Nunzio Festa



La Terra non può parlare. Per sua fortuna. Almeno non nel linguaggio umano, diciamo. Ché altrimenti sarebbe un lungo e interminabile urlo, il suo. Di strazio. Perché la stanno massacrando: giorno dopo giorno. Ma per nostra sfortuna Gaia è muta. Allora, noi comuni immorali dobbiamo stare all'informazione del potere; quel livello di controllo, anzi, che i padroni del mondo fanno passare col nome d'Informazione. E, soprattutto, gestita oltre che condizionata dallo zelante e rigoroso e inarrestabile lavoro di tutti i reticenti alla verita a libro paga del Potere e di tutti quegli esperti - corrotti corruttori e corruttibili - gironzolanti nelle/intorno-sopra le nostre misere vite. Gianni Lannes, che nel suo libro vive col nome di Lucien (non essendo il giornalista abituato all'io), praticamente un'infaticabile eteronimo corso assatanato nel lavorio della controinformazione quotidiana, è una delle rare eccezioni a conferma della regola. Dove la stampa di regime e dei regimi sporadicamente fa passare la verità, e con "Terra muta" siamo a una conferma appunto. Perché nel documentato a dir poco e più recente libro-inchiesta di Lannes troviamo tutti quei dati e le fonti utili a farci un'idea ben precisa e chiara su un interrogativo oramai imprescindibile: i terremoti sono tutti e sempre, adesso, naturali? Per capire l'approccio di Lannes alla questione, per dovere d'appartenenza territoriale e cercare di proporre almeno qualche punto saliente del gremito e argomentato assai quanto obbligatorio volume, riprendiamo un estratto dal testo, un brano già pubblicato on-line per lo spazio telematico e diario-giornale dell'autore stesso, Su la testa; un articolo riguardante un sisma registrato nel Mar Tirreno e interessante Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Siamo solamente a gennaio 2014. "I dati ufficiali dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia parlano chiaro: nella giornata di ieri sono state registrate ben cinque scosse di magnitudo momento superiore a 2 (scala Richter), di cui due pari a 3.7. Come sempre l'ipocentro, ossia la profondità, è superficiale: in questo caso addirittura di soli 2 chilometri. Quali sono le cause? Si tratta di movimenti naturali, oppure di sollecitazioni artificiali? Un fatto è certo: nell'area marina del Mar Tirreno prospiciente Campania, Lucania, Calabria e Sicilia, sorge sotto'acqua il più grande vulcano attivo d'Europa. Il gigante Marsili con i suoi 3 mila metri di altezza è oggetto di trivellazioni da parte della società Eurobulding - autorizzata dallo Stato italiano - per ricavarne energia geotermica. Nella medesima area geografica, sempre su autorizzazione del governo tricolore sono in atto trivellazioni anche della vulnerabile ed esplosiva area dei Campi Flegrei. Non è tutto: c'è un altro vulcano, il Vesuvio, che secondo gli esperti potrebbe eruttare pericolosamente da un momento all'altro, mentre i piani di sicurezza per la popolazione dell'area più densamente abitata d'Italia - ad opera della cosiddetta Protezione civile - addirittura risalgono ad anni addietro e risultano obsoleti. Anche il più importante e qualificato vulcanologo al mondo, il professor Nakada, recentemente ha pubblicamente segnalato il pericolo. E prima di lui il medesimo allarme era stato lanciato dal professor Dobran, uno dei più significativi studiosi degli Stati Uniti d'America. Infine, è in atto sotto gli occhi di una popolazione ignara, la geoingeneria ambientale: vale a dire una guerra non convenzionale sotto regia del Pentagono e della Nasa, per controllare il clima, a danno però di gran parte dell'umanità ed in palese violazione del Trattato internazionale denominato Enmod risalente al 1978. Nel 2002 il governo Berlusconi ha firmato un accordo con gli U.S.A., in parte sottoposto a segreto di Stato, atto a manipolare appunto il clima: un atto di evidente violazione della Costituzione, in particolare dell'articolo 32 a tutela della salute, nonché delle normative di protezione sanitaria ed ambientale, e non ultima la Convenzione europea di Aarhus, ratificata con legge statale numero 108 del 2001. Singolare coincidenza: dal 2003 ai giorni nostri l'INGV ha registrato un incremento esponenziale dell'attività sismica, anche in aree asismiche. Inoltre, si registrano notevoli aberrazioni elettromagnetiche. Infine, è in atto in Italia da 11 anni, ma i primi esperimenti in Sardegna da parte della Nasa e del Max Planck Institute risalgono al 1963, di bombardamento chimico dell'aria (chemtrails) con alluminio, bario, litio, torio e polimeri artificiali, con gravi conseguenze per salute delle persone. Certo, gran parte d'Italia è a rischio sismico, tranne la Sardegna, ma nel nostro caso la sismcità naturale è un insospettabile paravento per le forze armate di Washington. La tecnologia bellica ha superato la fantasia umana da un bel pezzo. Tranquilli: ci vogliono tutti a cuccia, servili e obbedienti per sterminarci a puntino, con contorno di sciacalli negazionisti, decerebrati ed ignoranti, usati per narcotizzare il rischio". Torna la domanda: terremoti naturali o artificiali? La testi di Lannes, suffragata dall'esito d'un lungo percorso di studio accompagnato e sostenuto da viaggi importanti nonché da una mole impressionante di documenti, spesso militari quando non pareri tecnici di scienziati, dice che l'Italia è scossa da una sequenza insolita di sismi "che mietono persone ignare e causano danni incalcolabili: vittime umane e caos programmato". Frutto d'una "guerra ambientale non ufficialmente dichiarata", perseguita insistentemente dal gendarme Usa. Perché gli yankee sono una minaccia, oggi e di nuovo, della sicurezza dell'Italia e dell'intero Pianeta. "Indagando direttamente sul campo ed in mare, oltreché in luoghi particolari, come ad esempio il National Archives and Records Administration nel Maryland (USA) – ma non solo – ho scoperto che l’Office Strategic Services (OSS), vale a dire il precursore della CIA, aveva già pianificato per conto della Casa Bianca un terremoto da innescare artificialmente in Giappone nel 1945, prima dell’esplosione delle due inutili atomiche sulle città inermi di Hiroshima e Nagasaki. Ovviamente la tecnologia bellica da allora ne ha compiuti di progressi in negativo a danno della vita e dell’equilibrio di Gaia. Un perverso e criminale obiettivo perseguito e realizzato, grazie all’assoggettamento scientifico di buona parte della comunità accademica (civile). Anche in Italia i cervelli locali della materia hanno usato esplosivi convenzionali, decine di tonnellate di dinamite (per ogni test) nei mari Tirreno, Jonio, e Adriatico, ma anche sulla terraferma. Gli esperimenti giustificati da finalità scientifiche, ma privi di valutazioni di impatto ambientale, sono decollati a partire dal 1956 (inizialmente con i residuati bellici della seconda guerra mondiale) così fino ai giorni nostri. Esisteva addirittura, un ‘attività per fini esplorativi (tanto per vedere l’effetto che fa) condotta nell’ambito universitario in collaborazione con la NATO, il CNR e l’INGV ed altri enti a livello europeo, denominata Gruppo Grandi Esplosioni. Geofisica d’altri tempi? Mica tanto. Bene, anzi male. Potrebbero aver innescato accidentalmente, s’intende, anche qualche rovinoso terremoto in Italia facendolo passare nel senso comune per naturale. Il libro, aperto alla speranza, è corredato di prove e di amare sorprese", spiega chiaramente l'autore al fine di presentare il suo volume dal libero web. Vittima di minacce di morte e d'un attentato, Gianni Lannes non ha paura. E parla, per esempio, di cosa è lo statunitense Centro H.A.A.R.P. Che, aggiungere nel libro il docente universitario a Ottawa, Michael Choussudovsky: "(...) è un potente mezzo per la modificazione delle condizioni atmosferiche e del clima". Le antenne di Haarp "bombardano e riscaldano la ionosfera, generando frequenze elettromagnetiche che rimbalzano sulla terra". Ed è una soltanto delle peculiarità del mostro. Artificio nato grazie agli sviluppi nocivi delle teorie, su tutte, dell'assassinato genio Tesla. Il mondo dominato dagli Usa non deve sapere. Nel senso che le popolazioni devono esser all'oscuro di tutto. Mentre i lidi sono pieni dell'Italietta al mare, le acque del Marenostrum sono tante volte interdette alla navigazione e alla pesca. Ché nel suo grembo l'esercito degli States e le compagnie petrolifere che lo mantengono producono le loro manovre belliche. A quache passo da noi. Non sufficientemente soddisfatti d'esser capaci di provocare terremoti e tsunami da lontano. Difficilmente apriremo gli occhi, però almeno non facciamoci trattare da deficienti. E' necessario stare, per quel che serve, in allerta. Si pensi, per dire, che in alcuni convegni pubblici la scienza s'è fatta sfuggire che entro vent'anni dobbiamo aspettarci un devastante sisma (indotto sicuramente, a questo punto) in un punto imprecisato e imprecisabile del Mezzogiorno.

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